Telecom Italia licenzia per un'email
Un impiegato è stato licenziato per aver inviato una mail ai colleghi in
cui consigliava loro di richiedere il proprio fascicolo personale.
E' successo in piena estate, come spesso accade in Telecom
Italia. G.M., un impiegato della direzione generale dell'azienda,
settore Rete, con qualifica di quadro, ha inviato un'email a un gruppo
ristretto di colleghi.
Nella mail era allegato un comunicato sindacale dell'UGL-Comunicazioni
che, come quello di altre organizzazioni sindacali, criticava duramente
il sistema interno di valutazione, recentemente riformato dal nuovo capo
del personale, prevedendo delle quote fisse (rigidamente prederminate)
di dipendenti che devono risultare "non corrispondenti alle attese".
G.M. chiosava il comunicato dicendo che questo tipo di nuova valutazione potrebbe rischiare di creare delle sacche di soggetti che poi potrebbero essere licenziati
nel quadro del taglio degli organici, circa 4.000 unità entro il 2011,
che Telecom Italia aveva annunciato di voler attuare, ricorrendo già da
settembre all'utilizzo di ammortizzatori sociali come i contratti di
solidarietà.
Per questo il lavoratore invitava i suoi colleghi a richiedere il proprio fascicolo personale,
che contiene valutazioni positive e negative accumulatesi negli anni,
da parte dei superiori, come è stato previsto da un'apposita delibera
(che riguarda tutti i lavoratori, non solo Telecom) del Garante della
privacy.
Nel caso in cui la direzione di Telecom Italia avesse opposto un rifiuto, si invitavano i destinatari della lettera ad adire, anche aggregandosi, le vie legali.
L'email è stata letta anche da qualcuno che ha voluto portarla a
conoscenza della direzione Telecom Italia che ha inviato una lettera a
G.M. sospendendolo immediatamente dal servizio e contestandogli di aver
inviato, in orario di lavoro, da un Pc dell'azienda, utilizzando
la posta elettronica aziendale una lettera che sollecitava un'iniziativa
collettiva: questo sarebbe in contrasto con la policy aziendale Telecom
che proibisce l'uso della mail aziendale per promovuore campagne
politiche o sociali, petizioni e cose del genere.
Inoltre, con questa mail il dipendente avrebbe sobillato i colleghi ad
assumere iniziative collettive contro l'azienda, anche se, in realtà,
aveva solo ricordato la possibilità di esercitare un diritto previsto,
codificato e legale e solo in caso di violazione a utilizzare la via
giudiziaria, comunque legale e non violenta. Ad aggravante del tutto,
secondo Telecom Italia, ci sarebbe la mancanza di fiducia nel management aziendale e il fatto che il lavoratore in questione ricopra la qualifica di quadro.
Telecom Italia, trascorsi i 10 giorni di prammatica dalle
giustificazioni presentate dal dipendente, lo ha convocato e lo ha
licenziato. L'ex dipendente è ricorso alla magistratura contro questo
provvedimento, certamente discutibile in merito alla libertà di
espressione sui luoghi di lavoro, che rischia di essere un pericoloso precedente.
zeusnews.it
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