Abbattiamo le frontiere, aboliamo i confini
Molti
sono stati gli eventi che ha sentito chi si è trovat* a passare per
piazza Prampolini a Reggio Emilia, venerdì 19 giugno nell’orario
dell’aperitivo.
Un presidio contro le politiche di
contenimento e di gestione dell’immigrazione del governo e dell’Unione
Europea, contro le leggi razziste, contro gli interventi armati
patrocinati e voluti dalle nazioni europee. Un presidio fortemente
voluto dalla Federazione Anarchica Reggiana e dalla Cassa di solidarietà
libertaria, che ha visto la partecipazione anche di altre realtà
cittadine come la scuola di italiano per stranieri Passaparola.
Nonostante
i diversi punti di vista, le differenti letture politiche del fenomeno,
tutti gli intervenuti hanno denunciato l’utilizzo criminale della
“emergenza immigrazione” per beceri fini politici da parte di tutti i
partiti. La creazione ad hoc delle situazioni di emergenza, della
disumanizzazione che i media stanno plasmando delle migliaia di persone
in fuga da paesi in guerra, da condizioni di repressione e dominio. Le
situazioni che queste persone stanno affrontando nei Paesi d’origine, di
transito e quello che trovano in Italia, dormire in stazioni, sulle
spiagge, sulle strade e se decideranno di fermarsi, lo sfruttamento
certo.
Migliaia di persone che abbandonano le
martoriate terre della sponda sud ed est del Mediterraneo per tentare la
ventura sulla sponda opposta.
L’unica risposta che i
governanti europei sono riusciti a dare è stata la militarizzazione
delle frontiere, prima per interposta persona tramite il regime di
Gheddafi, e poi cominciando a strutturare una missione militare che
dovrebbe fermare il flusso di profughi, dopo aver eliminato il governo
libico per un giochino d’interesse miope e aver contribuito (in modo
fondamentale) a gettare la Libia stessa nel caos della guerra civile.
Tutti
hanno riaffermato che per bloccare questo perverso gioco al massacro è
necessario smetterla di farsi abbindolare dalle bufale razziste dei
leghisti e della sua funzionale controparte dell’umanitarismo
guerrafondaio del PD.
È necessario abbandonare
qualsiasi spinta nazionalista e patriottarda, e affermare i principi
dell’internazionalismo, realizzando canali umanitari che permettano una
sicura traversata del mare Mediterraneo e andando a colpire alla base i
meccanismi che hanno prodotto questa crisi umanitaria: le dinamiche di
dominio degli stati e del capitalismo.
L’incaricato
Reggio Emilia
20-06-2015
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