Roma vara la Legge Urbani (Terza parte)

L'Italia approva il carcere per chi duplica e fa uso personale di certi file attraverso Internet. Cortiana ritira gli emendamenti. Urbani: vi chiedo di legiferare come non si dovrebbe legiferare. Il resoconto della manifestazione.
 
  • Marco Cappato

Il DL urbani rimane all'interno di una svolta internazionale atta a criminalizzare l'uso libero della rete.

Ci sono grandi gruppi che hanno interesse alla crescita di una rete chiusa, dove il modello della televisione -chi trasmette e chi riceve - sia riproposto, aggiornato con l'interattività. Sia per il software che per i contenuti in genere. Il problema è che tutti i vari aspetti, Digital Rights Management, brevetti, la criminalizzazione del file sharing... Sono tutti aspetti di una unica cosa.. Non perchè ci sia bisogno di una grande mente o di un grande vecchio, ma perchè rispondono ad una solita concezione. il problema è dare forza all'alternativa.
 
Dove l'individuo, cittadino, persona, possa essere protagonista anche sconvolgendo gli attuali modelli di business.

Un'altra rete è possibile. Rispetto ad altre cose è ancora più evidente che sia così. La rete è nata per libera interattività. Le regole servono, per evitare la prevaricazione del più forte, per evitare che la rete venga usata per disegni criminali. Poche regole, chiare, sanzione per comportamenti davvero pericolosi e non per modificare tutto quanto stia accadendo. Questo è il problema.

In Europa l'idea è questa. Fa comodo per i governanti europei: dare la colpa all'America per fare leggi che in realtà erano già in preparazione da noi, che sfruttando l'occasione realizziamo immediatamente.

Il problema del popolo della rete, di chi si oppone al proibizionismo informatico, è di non stare solo sulla difensiva per ritagliarsi i nostri piccoli spazi di libertà. Bisogna andare all'attacco. Se si parla di democrazia contro il terrorismo, allora noi dobbiamo dire che la libertà in rete è una precondizione per i peggiori dissidenti di questo pianeta. Il WSIS di Tunisi è tra un anno. Noi dobbiamo dire che a Tunisi ci sono decine di persone in carcere per aver tentato di diffondere informazioni tramite i propri computer. La risposta a Bush etc non è questa: non bisogna chiedere più tolleranza, bisogna fare di più. La libertà della rete è un tassello fondamentale per diffondere conoscenza, informazione, sopratutto laddove non c'è il diritto di conoscere nulla. Non c'è solo il caso italiano: da noi l'informazione ha problemi di libertà e monopoli, in quei paesi pero' è la negazione totale.

Un minimo di democrazia passa anche dalla rete. Se il terrorismo nasce dall'incapacità di portare la democrazia e la libertà... la rete non è un nemico ma un punto forte.
 
  • Beppe Caravita
 
Il rischio vero proviene dalle polizie private e dalle lobby.

C'è una guerra in corso oggi, tra una concezione di democrazia storica ed aperta ed una concezione di regime fatta da lobby petrolifera (guerra in Iraq), lobby discografica (internet), lobby dappertutto che controllano le organizzazioni.

Non c'è trasparenza. Azioni senza senso apparente. Questa è la vera guerra. Loro hanno paura di internet. una trasformazione epocale. il completamento del canale di comunicazione inverso essenziale per la democrazia.

La riforma della costituzione materiale del pianeta. Dare la possibilità a tutti di avere voce in capitolo.

1746, l'ideale della costituzione di Philadelphia. Loro hanno paura, perchè padroni del vapore.

La Siae è stata trasformata col tempo in uno dei più grandi esattori di tasse italiani. Una lobby storicamente democristiana.
 
 
 
punto-informatico.it 
 

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