Ici sugli immobili della Chiesa, un tesoretto da 50 milioni

Ammonterebbe a 50 milioni di euro il "tesoretto" che secondo le stime potrebbe entrare nelle casse dei comuni del centro-nord se gli immobili di proprietà della Chiesa iniziassero a pagare l'Ici dal 2014, come previsto dalla bozza del decreto sul federalismo fiscale municipale. 

Ma prima di fare cassa i comuni devono aggiornare i dati catastali.

Si tratta ancora di una stima prudenziale calcolata sulla base dei dati forniti dal gruppo RE (Religioso ed Ecclesiastico) che si occupa di gestire dal 1984 gli immobili del mercato religioso.

Sono 1.860 gli immobili, tra case di cura, scuole, nidi, mense, case di riposo e di accoglienza, tassabili di proprietà della chiesa. A questi se ne aggiungerebbero 6.538 non tassabili perchè luoghi di culto o relative pertinenze. Ma sulla base delle risultanze puntuali del catasto gli immobili ecclesiastici nel centro-nord potrebbero essere molte di più.

Nel solo comune di Bologna, ad esempio, sono registrati al catasto circa 2.600 edifici tra abitazioni (categoria A catastale), scuole, ricoveri, orfanotrofi, ospizi, case di cura ed ospedali (categoria B) e infine, negozi e magazzini (categoria C).

Il punto di partenza, dunque, se il decreto dovesse passare, sarebbe l'aggiornamento delle banche dati del catasto, per il solo fatto che questi immobili, non essendo mai stati sottoposti a un regime fiscale, non rientrerebbero nell'elenco degli attuali contribuenti.




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