Imu alla Chiesa? Ancora nessuna traccia del decreto attuativo

Mal comune, mezzo gaudio. E' quello che avranno pensato i milioni di contribuenti italiani alle prese con il pagamento della nuova imposta sulla casa. 

Un'imposta che a partire dal 2013 non doveva risparmiare proprio nessuno: anche la Chiesa, i partiti, i sindacati, le fondazioni e le associazioni avrebbero dovuto pagarla sulla parte degli edifici adibita a uso commerciale. Ma del decreto attuativo del ministero dell'economia- che doveva essere pronto già a maggio- non vi ancora nessuna traccia.

La svolta epocale, tanto invocata da una parte della società e dalla stessa UE, rischia di trasformarsi in un nulla di fatto. Al Ministero si difendono imbarazzati, ma assicurano che non ci sarà nessuna proroga sull'imposta e che il decreto arriverà tra breve, per poi passare il vaglio del consiglio di stato. Anche perché, ricordano dal Ministero, il pagamento della prima rata non avverrà prima di giugno 2013.

La questione è che si ha tempo solo entro la fine dell'anno, come stabilito dall'articolo 91-bis del Cresci Italia, per presentare una dichiarazione per ottenere l'esenzione sugli edifici, o parte di essi, adibiti al no profit. Secondo modalità stabilite da un decreto che ancora non esiste. Decreto che dovrà anche precisare tutti in casi in cui escludere scuole e ospedali cattolici dall'Imu.





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