Renzo Novatore - Verso il nulla creatore. Individuo e rivolta (Parte 1)
Nota introduttiva
A quasi settant’anni dalla sua prima pubblicazione, Verso il nulla creatore sembra proprio mantenere intatta la sua forza eversiva. Questa caratteristica di immutata attualità, a dispetto di ogni sconvolgimento sociale avvenuto al di là della forma letteraria, è comune a gran parte degli scritti di anarchici individualisti, di coloro cioè che non fondavano la propria vita su un programma sociale ed economico da realizzare – sulla cui validità solo la Storia poteva esprimersi – ma sull’individuo, sull’essere umano concreto in carne ed ossa (il che molto probabilmente spiega anche il recente ritorno di fiamma per l’opera di Stirner)
Ma la valorizzazione dell’individuo non può e non deve scadere nella costituzione di una nuova scuola, di una nuova ideologia, che in un momento di incertezza come quello che stiamo attraversando potrebbe attrarre tutti coloro – e sono molti – che vanno alla ricerca di un punto d’appoggio incrollabile. Non si può sostituire l’Individuo al Partito solo perché lo si ritiene esente da ogni critica nel confronto con la realtà sociale. Il rischio maggiore, insomma, è quello di rinchiudersi nella classica torre d’avorio, come in passato fecero in effetti molti individualisti anarchici.
Molti, ma non tutti. Ecco allora che la ristampa di quest’opera di Renzo Novatore, che ci permette di riscoprire la sua figura sotto diversi aspetti eccezionale di anarchico individualista, capita a proposito, poiché non solo fa piazza pulita delle possibili speculazioni sull’individualismo, ma nello stesso tempo è un appello alla lotta di un’attualità a tratti stupefacente.
Fra quanti si dichiararono anarchici e individualisti, Renzo Novatore occupa indubbiamente un posto di rilievo, essendo uno dei maggiori rappresentanti di quello che all’epoca veniva chiamato “anarchismo eroico e iconoclasta”. Uomo di pensiero e di azione, Novatore nel corso della sua vita ebbe modo più di una volta di mostrare la propria unicità.
Durante la prima guerra mondiale, quando l’interventismo raccoglieva non pochi adepti fra gli anarchici, soprattutto nelle file degli individualisti, Novatore si schierò risolutamente contro la guerra, disertando con le armi in pugno e venendo per questo condannato a morte dal tribunale di La Spezia. A differenza di gran parte degli altri individualisti, che si baloccavano con accademiche elucubrazioni sull’Io, Novatore visse da fuorilegge, compiendo attentati ed espropri e partecipando attivamente a numerosi tentativi insurrezionali, finché venne ucciso in un conflitto a fuco con i carabinieri nel 1922.
Antidogmatico, entrò spesso e volentieri in polemica sia con gli anarchici organizzatori legati all’UAI – Unione Anarchica Italiana – (ebbe una violentissima polemica con Camillo Berneri), sia con gli esponenti di un certo individualismo anarchico (come Carlo Molaschi). Per Novatore, lettore di Stirner ma non per questo discepolo dello stirnerismo – l’affermazione dell’individuo, la continua tensione verso la libertà, porta inevitabilmente alla lotte contro l’esistente, allo scontro violento contro l’autorità e contro ogni tipo di “attendismo”. Scritto attorno al 1921 Verso il Nulla Creatore, che risente visibilmente dell’influenza di Nietzsche sull’autore, attacca uno dopo l’altro il cristianesimo, il socialismo, la democrazia, il fascismo, mostrandone le miserie materiali e spirituali. Tutto ciò che ha portato al decadimento dell’individuo, che lo ha sottomesso sotto vari pretesti a dei “fantasmi sociali”, viene aggredito con furia iconoclasta. Con questa critica a ciò che sminuisce l’unicità del singolo – ancora oggi pienamente valida – Novatore demolisce tutti i luoghi comuni diffusi sul conto degli individualisti. A volte con il sorriso sulle labbra e altre volte con rabbia, Novatore smentisce chi lo immagina chiuso nel chiostro della speculazione filosofica; respinge le accuse di chi lo vuole, in quanto privo di progettualità, cieco negatore; mostra l’assurdità di chi lo ritiene contrario alla rivoluzione e favorevole unicamente alla rivolta individuale. Tutto questo senza mai perdere occasione per affermare l’unicità dell’individuo, la grandezza del sogno, la forza del desiderio, la bellezza dell’anarchia. In altre parole, ciò che oggi viene considerato vecchio e superato, ma che forse è più semplicemente fuori moda.
Certo, molto tempo è passato dalla stesura di questo testo. Ma il trionfo della democrazia, la sopravvivenza dello stalinismo, la rinascita del fascismo, il dilagare della tecnologia, l’universalizzazione delle merci, l’omologazione attuata dai mass media, la riduzione del linguaggio, il disprezzo per l’utopia; ciò che congiura ad annegare l’individuo in un mare di mediocrità, ad addomesticare la sua unicità, a placarne ogni istinto di rivolta, a renderlo incapace all’amore come all’odio, impotente nel suo quieto vivere – tutto questo è spaventosamente attuale. Ecco perché si rende altrettanto attuale e indispensabile quanto può servire a dissacrare e a combattere questa situazione.
Una cosa è certa, solo chi preferisce il mare in burrasca all’acqua stagnante saprà sicuramente apprezzare l’opera iconoclasta di Renzo Novatore.
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