La guerra solitaria del pescatore Paolo
Con una decisione storica, il Parlamento
Europeo ha adottato una posizione importante che ridurrà l'impatto
devastante della pesca industriale. A un passo dal declino. Mentre i
politici italiani mostrano totale disinteresse per le tematiche
ambientali.
Il verde non è un colore di moda tra i politici e aspiranti tali del Belpaese.
La nota sensibilità ambientalista della nostra classe politica ha
azzerato ogni tentativo di seduzione di quell’elettorato che forse si
annida in quel 15 per cento di indecisi, ancora in attesa che almeno un
candidato premier evochi come importante il binomio ambiente e salute.
Relegato ai margini delle agende, la tutela dell’ambiente non rientra nella politica degli slogan che
cerca le soluzioni alla crisi occupazionale sottovalutando da sempre il
potenziale turistico delle nostre coste, considerate tra le più belle
d’Europa ma anche le più aggredite dall’abusivismo e dagli scarichi
industriali. E dalla pesca selvaggia.
Se il mondo ci invidia la Toscana e la Maremma, noi la pubblicizziamo con la Concordia piegata sul fianco tra l’isola del Giglio e Orbetello (dopo che era transitata altre volte come fosse un catamarano biposto).
La magistratura accerterà se c’è stata anche un’omessa vigilanza della Guardia costiera, l’esercito a spese dei contribuenti a presidio del mare che dovrebbe anche controllare l’attività dei pescherecci.
La magistratura accerterà se c’è stata anche un’omessa vigilanza della Guardia costiera, l’esercito a spese dei contribuenti a presidio del mare che dovrebbe anche controllare l’attività dei pescherecci.
Se gli italiani consumano il 70 per cento di pesce di provenienza straniera –
spesso senza saperlo - è anche per colpa delle scelte politiche piegate
alla potente lobbie dei pescatori industriali spesso agevolata e
sovvenzionata a spese nostre e poco controllata, straordinariamente
libera di eludere i controlli e superare i perimetri consentiti senza
incorrere in sanzioni severe (per esempio il sequestro del peschereccio
per l’intera stagione di pesca al primo gambero pescato oltre i limiti
consentiti, come avviene negli Stati Uniti).
Siamo il paese che sta ancora pagando le multe comunitarie per avere chiuso un occhio mentre
i pescatori calabresi, siciliani e campani utilizzavano (e continuano a
farlo) le reti spadare bandite in tutto in mondo perché fanno strage di
migliaia di cetacei che accidentalmente finiscono nelle reti per i
pescespada (anch’essi troppo sfruttati e quindi in pericolo) mentre
troppe capitanerie e altre istituzioni deputate al controllo stanno a
guardare (come documentato dall’inchiesta di Report "Mare nostrum" trasmessa nel 2008).
Uno scempio sotto il mare di cui sono consapevoli soltanto alcuni consumatori sensibili
che hanno deciso di “sovvenzionare” la pesca dei pescatori artigianali
che utilizzano il tramaglio, il sistema meno impattante della rete da
posta.
Relegati al ruolo di silenziosi comprimari, i pescatori artigianali rischiano l’estinzione insieme
alle specie che finiscono nelle reti a strascico che pescano
illegalmente a ridosso della costa, nelle zone di ripopolamento di molte
specie ittiche trascinando la foresta di posidonia e spesso anche le
stesse reti dei pescatori artigianali.
Soltanto un metodo si è mostrato realmente dissuasivo in tutto il mondo:
i blocchi di cemento a protezione della costa che non consentono alle
reti a strascico di violare i limiti. L’unico tratto italiano protetto
dai dissuasori è tra Talamone e Porto Santo Stefano, nell’Argentario. A
volerlo tenacemente fu Paolo Fanciulli, un pescatore che iniziò la lotta
trent’anni fa e oggi vorrebbe portarla a termine, come spiega in questa
videointervista. Intende estendere il tratto di mare da proteggere, ma
le adesioni degli enti pubblici è più nelle parole che nei fatti.
Fanciulli ha trovato gli artisti che
scolpiranno gratuitamente i blocchi di marmo provenienti da quella cava
di Carrara che riforniva Michelangelo. Potrebbe essere un
capolavoro, ma per ora si attende un contributo anche economico dalla
politica toscana e, perché no?, da quella nazionale distratta forse da
altri problemi, non ultimi quelli che hanno fatto finire nella rete
della magistratura per
presunte tangenti undici dirigenti del Ministero delle politiche
agricole e l’alto funzionario di sempre Giuseppe Ambrosio, già capo di
gabinetto dei ministri Galan e Zaia.
È il ministero che dovrebbe proporre politiche rigorose e di controllo
invece passa il tempo a distribuire fondi e sovvenzioni ai sindacati
della pesca e ai loro iscritti. I pesci grossi, ovviamente. Mentre
Paolo Fanciulli viene controllato come se fosse il nemico da combattere.
Fatica a vendere il suo pescato e per anni è stato salvato dai gruppi
di acquisto solidale. È uno che rompe lo schema del pesce grande che
mangia il piccolo. I politici fingono di non comprendere l’emergenza e
che l’ecosistema del mare è preda degli squali.
Meglio riempire le tasche dei grandi mercanti del pesce (anche di importazione) evitando di spezzare gli equilibri più visibili, quelli della bilancia. Il mare però non è così profondo come pensano i nostri Schettino.
Meglio riempire le tasche dei grandi mercanti del pesce (anche di importazione) evitando di spezzare gli equilibri più visibili, quelli della bilancia. Il mare però non è così profondo come pensano i nostri Schettino.
COMUNICATO STAMPA DI OCEANA SUL VOTO DEL PARLAMENTO EUROPEO
Il voto del Parlamento definisce gli
obiettivi per gli stock di pesce europei. Con una decisione storica, il
Parlamento Europeo ha adottato una posizione ambiziosa per la riforma
della Politica Comunitaria della Pesca. Dopo quasi venti mesi di
dibattito, 502 eurodeputati hanno votato per una riforma che permetterà
alle scorte di pesce di ricostituirsi sopra i livelli necessari per
produrre il Rendimento Massimo Sostenibile (MSY) entro il 2015, che
assicurerà la fine dei rigetti in Europa e la transizione dell'industria
peschiera verso una pesca a basso impatto ambientale.
Xavier Pastor, Direttore Esecutivo di Oceana in Europa, ha dichiarato: «L’Eu ha fatto un passo considerevole verso la gestione corretta delle nostre risorse di pesca. A nome di Oceana, ringrazio tutti i rappresentanti dei cittadini europei per aver appoggiato gli appelli mondiali di agire urgentemente per la salute ed il futuro dei nostri oceani».
Xavier Pastor, Direttore Esecutivo di Oceana in Europa, ha dichiarato: «L’Eu ha fatto un passo considerevole verso la gestione corretta delle nostre risorse di pesca. A nome di Oceana, ringrazio tutti i rappresentanti dei cittadini europei per aver appoggiato gli appelli mondiali di agire urgentemente per la salute ed il futuro dei nostri oceani».
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