La scuola all’incontrario
Quello di cui abbiamo urgentemente bisogno oggi non è tanto quello
che ci vuol far credere il Sistema, ovvero di un ottimismo positivista e
incosciente, piuttosto di cambiare completamente il nostro modo di
pensare e vedere le cose.
L’errore di fondo sta nel fatto che noi
generalmente crediamo di aver bisogno di essere educati, di educare i
nostri bambini, quando in realtà abbiamo bisogno di essere diseducati:
di uscire quanto più velocemente dalla gabbia che il modello di pensiero
unico ha costruito su misura per noi.
I percorsi per la diseducazione personale possono essere molteplici e
tutti validi. Uno di questi potrebbe essere l’istituzione di centri di
disintossicazione, non dall’alcool, dal gioco o dalle droghe, che in
fine dei conti sono solo alcuni degli effetti distruttivi della nostra
attuale società, ma una disintossicazione dalla cultura dominante, dal
mito del progresso, dall’inseguimento frenetico del successo e della
crescita. Questi centri potrebbero accogliere le cosiddette “scuole
all’incontrario”, ovvero delle scuole dove non sono gli adulti ad
insegnare ai piccoli, riempiendoli di nozioni e omologandoli al sistema
monoculturale, ma sono i piccoli che “insegnano” agli adulti. Sarebbero
dei veri e propri centri di recupero per tutti noi che siamo contaminati
ormai da decenni di indottrinamento propagandistico e inquadramento
nella società, centri in cui bambini fino ai cinque – sei anni
mostrerebbero agli adulti come godere delle cose semplici, come
meravigliarsi ogni volta come fosse la prima volta, come giocare
liberamente con la fantasia, come provare empatia per ogni forma
vivente, come osservare con rinnovata curiosità e stupore tutte le
persone che abbiamo accanto e provare spontanei sentimenti d’amore e
compassione.
Perciò gli adulti intossicati potrebbero frequentare queste “scuole
all’incontrario” senza dover pagar nulla per qualche ora al giorno,
magari dopo essere stati a lavoro non più di quattro ore. Potrebbero
così ricordarsi facilmente che il senso della vita non è nel successo
materiale, nel denaro, nei sentimenti bassi come l’invidia, la rabbia,
il contrasto, la competizione, l’arroganza, l’egoismo, e riscoprire
invece la gioia di vivere la scoperta delle cose semplici e la genuinità
dei loro sentimenti, assistiti in continuazione da piccoli e
integerrimi “insegnanti”.
decrescita.com
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