Animali organizzati
Certo, siamo animali politici. Certo, siamo animali narranti.
Ma a renderci umani è la capacità di darci un'organizzazione e perfezionarla. Siamo, per dirla con una formula, una specie che ha fatto della sua stessa umanità un problema organizzativo. Basta fare una capatina in un qualsiasi luogo della nostra vita sociale: una scuola, una banca, un giornale, un'università. Se l'istituto funziona dal punto di vista del bene comune, ciò corrobora nei singoli, addetti e utenti, le qualità che in genere fanno di un bipede una persona a modo. Gli ingranaggi ben oliati della vita associata mostrano, in quel caso, di essere parte integrante degli ingranaggi ben oliati della complessa costruzione che definiamo specie umana. Nel caso invece di un istituto non dico disorganizzato, ma con qualche penosa disfunzione – un ospedale per esempio – l'umanità dei singoli entra in un allarmante mutazione. Il gesto tende alla zampata, la parola al ringhio, una minoranza di utenti spaccherebbe tutto, i più si dispongono in posizione da animale umiliato, gli operatori sono sempre sul punto di chiamare la forza pubblica. Ciò che accade nel singolo istituto diventa preoccupante quando accade in un'intera società, per esempio la nostra. Allora diventa evidente che l'umano è una finzione di estrema labilità. Basta niente perché saltino i bottoni e schizzi fuori la verità della serpe.
Fonte: Internazionale n.1117
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