Putin ha paura di Oleg Stentosov

Come ai tempi del conte Michail Muravev-VilenSkij, che nel 1863 represse l'insurrezione polacca e fu soprannominato viesatiel (l'impiccatore), la Russia ha sempre mostrato due volti: quello del boia e quello di chi veniva impiccato per il suo impegno nella lotta per la libertà.

Negli ultimi anni la Russia ha avuto dei leader che hanno aperto le porte delle carceri e altri che le hanno chiuse. Alla prima categoria appartenevano Michail Gorbacev e Boris Eltsin, alla seconda appartiene invece Vladimir Putin. L'attuale presidente ha restituito al mondo l'immagine del mostruoso potere del Cremlino, delle sue efferatezze, della sua viltà, della sua paura.

Il regista ucraino Oleg Sentsov, che aveva partecipato alle proteste di Euromaidan e si era opposto all'annessione della Crimea da parte della Russia, è stato arrestato, picchiato e torturato. Un suo collega è stato costretto con la tortura e con il ricatto a emettere nei suoi confronti una falsa accusa, successivamente ritrattata davanti ai giudici, secondo la quale Sentsov avrebbe preparato degli attacchi terroristici in Crimea. Non stupisce dunque che la Novaja Gazeta, la voce della Russia onesta e coraggiosa, abbia parlato di un vero e proprio processo staliniano.

Il 25 agosto Sentsov è stato condannato a vent'anni di prigione. In sua difesa sono intervenuti i migliori cittadini della Russia, artisti e letterati. Hanno fatto sentire la loro voce anche i più grandi artisti europei, e nel loro appello figurano anche molti cognomi polacchi.

Queste voci per la dignità umana e contro la crudeltà hanno permesso, almeno per un istante, di respirare l'aria fresca della decenza. Ben diversa invece è l'aria che respirano gli ufficiali e gli agenti dei servizi segreti, ovvero gli attuali signori della Russia. Loro puzzano della paura che hanno del popolo russo. E loro sanno, anche se tacciono, che in questo processo Sentsov è il vero vincitore, mentre a uscirne sconfitto è proprio Valdimir Putin.

Putin ci ha lasciato una sentenza vergognosa, mentre Sentsov ci ricorderà per tutta la vita quello che scrisse Michail Bulgakov in Il Maestro e Margherita: “Il più grande peccato del mondo è la codardia”. È proprio questo l'orrendo peccato dei signori del Cremlino, che presto o tardi verranno raggiunti e smascherati dalla voce di chi ha avuto il coraggio di vivere nella verità.

A questi coraggiosi vanno i nostri sogni e le nostre speranze.

 


Fonte: Internazionale n. 1117

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