Mediaset, Berlusconi condannato a 4 anni. I giudici: << Dominus indiscusso >>
Assolto Fedele Confalonieri "per non aver
commesso il fatto". Per i magistrati è stata una "evasione
notevolissima". L'ex premier, interdetto dai pubblici uffici per 5 anni,
dovrà versare, insieme agli altri imputati, tra cui il suo "socio
occulto" Frank Agrama, un risarcimento di 10 milioni all'Agenzia delle
entrate
“Un’evasione fiscale notevolissima”. I giudici di Milano, ed è la
prima volta che accade per il reato di frode fiscale, hanno condannato Silvio Berlusconi a quattro anni. Per quella catena di intermediari e società schermo che avrebbero permesso di gonfiare i costi d’acquisto dei diritti dei film
da trasmettere in tv per creare fondi neri. E’ tutto qui il processo
sui diritti Mediaset che, con mastodontiche consulenze e una infinita
lista di testimoni, ha impiegato quasi sei anni di dibattimento “stop and go”, grazie al Lodo Alfano e al legittimo impedimento. I giudici, presieduti da Edoardo D’Avossa, hanno inflitto tre anni al produttore cinematografico Frank Agrama, considerato dalla Procura di Milano il “socio occulto” e dai giudici “vero mandatario”
del Cavaliere in questa colossale truffa al Fisco: quantificata in
17,5 miliardi di lire nel 2000; in 6,6 milioni di euro nel 2001, in
circa 4 milioni nel 2002, e in circa 2 milioni nel 2003. “Non è
sostenibile che la società abbia subito truffe per oltre un ventennio
senza neanche accorgersene”; per i giudici Berlusconi era il “dominus indiscusso”
e c’è stato “un preciso progetto di evasione esplicato in un arco
temporale ampio e con modalità sofisticate”. La riflessione dei
magistrati si argomenta così: “Il sistema” dei diritti tv aveva un
“duplice fine”: una “imponente evasione fiscale” e la “fuoriuscita” di
denaro “a favore di Silvio Berlusconi” che ”rimane al vertice della gestione dei diritti” e del meccanismo fraudolento anche “dopo la discesa in campo”,
perché “non c’era un altro soggetto” a gestire il sistema di frode. I
giudici nelle motivazioni contestuali richiamano anche un verdetto della
Cassazione sul caso Mills, che prosciolse l’avvocato inglese per
prescrizione dall’accusa di corruzione giudiziaria, ma attribuì al
Cavaliere la paternità dei versamenti sui suoi conti: “Il giro dei
diritti si inserisce in un ricorso più generale a società off-shore
create da Berlusconi affidandosi a fidatissimi collaboratori”. Ma non
solo per le toghe il comportamento di Berlusconi, nell’ambito del
processo Mediaset sui diritti tv, dimostra una “naturale capacità a delinquere”
per perseguire “il disegno criminoso”. L’ex premier viene ritenuto
l’”ideatore” del sistema fraudolento e “non si può ignorare la
produzione di un’immensa disponibilità economica all’estero ai danni
dello Stato e di Mediaset che ha consentito la concorrenza sleale ai danni delle altre società del settore”.
Il dispositivo. Il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, invece
è stato assolto per “non aver commesso il fatto”, mentre al manager
Daniele Lorenzano è stata inflitta una condanna a 3 anni e 8 mesi.
Un’altra manager Gabriella Galetto è stata condannata a un anno e due
mesi. Le pene sono condonate nella misura di tre anni grazie all’indulto
(articolo 1 della legge 241 del 2006, ndr). Per l’ex presidente del
Consiglio i giudici hanno stabilito tutte le pene accessorie previste
dal codice: l’interdizione dai pubblici uffici per
cinque anni (che diventerà esecutiva se e quando la sentenza passerà in
giudicato e dopo il terzo grado, ndr), l’incapacità a contrattare con la
pubblica amministrazione, l’interdizione dalle funzioni di
rappresentanza e assistenza in materia tributaria e l’interdizione
perpetua dall’ufficio di componente della commissione tributaria. I
giudici hanno disposto un versamento a titolo di provvisionale di 10 milioni di euro da parte degli imputati condannati all’Agenzia delle Entrate. La sentenza dovrà essere pubblicata nella sua interezza sul Sole24ore.
Condanna più alta della richiesta del pm. I magistrati giudicanti hanno superato di quattro mesi la richiesta dell’accusa nei confronti del leader del Pdl. Il pm Fabio De Pasquale aveva chiesto 3 anni e 8 mesi e in requisitoria aveva detto che Silvio Berlusconi “aveva lasciato le sue impronte digitali“ sul
sistema “truffaldino” di ”maggiorazione dei costi” dei diritti tv
acquistati da Mediaset, tra il 1994 e il 1998. C’era lui secondo la
pubblica accusa “all’apice della catena di comando del settore’‘ ed era lui ad avere “il controllo su Fininvest, che ha organizzato la frode”. E sempre all’ex presidente del Consiglio poi ”sono riconducibili i conti bancari dove sono stati versati i fondi neri”, che sarebbero stati realizzati con le compravendite ‘gonfiate’. Quello sulle presunte irregolarità
nella compravendita dei diritti tv da parte di Mediaset, davanti ai
giudici della prima sezione penale è uno dei tre processi milanesi in
corso a carico dell’ex premier, oltre a quello sul caso Ruby e all’altro
con al centro la fuga di notizie sull’intercettazione Fassino-Consorte
ai tempi della scalata alla Bnl. Per la vicenda ‘Mills’, invece, a
febbraio era stata decretata la prescrizione, mentre per il caso Mediatrade
la Cassazione ha confermato il proscioglimento di Berlusconi.
Un’assoluzione questa, in un procedimento ‘parallelo’ sempre sui diritti
tv, di cui i giudici della prima sezione, secondo gli avvocati Ghedini e
Longo, avrebbero dovuto tenere conto.
Il sistema per creare fondi neri.
Nello schema delineato dall’accusa, i dirigenti Fininvest/Mediaset,
avvalendosi di intermediari e società compiacenti, avrebbero, infatti, gonfiato i costi d’acquisto dei diritti dei film da trasmettere in tv (“3 mila titoli in 4 anni, comprati con 12 mila passaggi contrattuali”) per creare fondi neri.
E così, stando all’imputazione, nei bilanci Mediaset degli anni
2001-2002-2003 sarebbero finiti “circa 40 milioni di euro di costi
gonfiati”. E i soldi ottenuti dalla presunta frode? Secondo il pm,”circa 250 milioni di dollari sono
rimasti nel ‘comparto riservato’ (il cosiddetto ‘gruppo B’, ndr) di
Fininvest”. E queste”società nascoste”’ – alcune delle quali, “quelle
maltesi” in particolare, avrebbero avuto un ruolo nelle “vendite
fittizie e ‘spezzettate”’ – erano, ha affermato De Pasquale, “proprio di
Berlusconi come persona fisica”. Allo stesso ex premier poi,”che era
anche, da tempo immemorabile, in stretti rapporti col produttore
americano Frank Agrama (per lui chiesti 3 anni e 8 mesi
di condanna, ndr)”, sarebbero riconducibili anche “i conti bancari” da
cui sarebbe transitata ”la cresta”: quei presunti fondi neri passati per
“conti svizzeri e delle Bahamas o in quelli del
fiduciario Del Bue di Arner Bank” e poi “usciti con prelievi in
contanti”. Una ricostruzione che oggi i giudici sembrano aver accolto.
Un anno fa circa i giudici, su richiesta della Procura, aveva
riconosciuto la prescrizione del reato a un imputato eccellente:
l’avvocato David Mills, già condannato per essere stato corrotto da Berlusconi per mentire in due processi. La Cassazione, confermando il quadro accusatorio, aveva dichiarato la prescrizione. Stesso destino per il Cavaliere, la cui posizione era stata stralciata per l’incostituzionale Lodo Alfano. Secondo
quei giudici Berlusconi, ormai fuori dalla gestione del gruppo, sarebbe
stato estraneo agli illeciti. In un procedimento stralcio il deputato
Pdl, Massimo Maria Berruti,
avvocato di Fininvest ma prima ufficiale della Guardia di Finanza
(condannato definitivamente a otto mesi per favoreggiamento, ndr),
si era visto infliggere una condanna a 2 anni e 10 mesi per riciclaggio.
Anche in questo caso, però, la Cassazione aveva riconosciuto la
prescrizione.
I legali: “Sentenza incredibile”. “Una sentenza assolutamente incredibile che va contro le risultanze processuali. Addirittura non si è tenuto conto delle decisioni della Corte di Cassazione e del giudice di Roma,
che per gli stessi fatti hanno ampiamente assolto il Presidente
Berlusconi” affermano in una nota congiunta i legali di Silvio
Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo.
Uno dei legali di Confalonieri, l’avvocato Alessio Lanzi, ha invece
dichiarato: ”Giustizia è fatta. Tecnicamente non ha mai commesso nessun
reato. Nessuno dei testi lo ha mai indicato come partecipante
all’acquisto dei diritti. Bisogna capire perché per altre persone non
c’è stata l’assoluzione”. Insieme a Confalonieri, sono stati invece
assolti Marco Colombo e Giorgio Dal Negro perché “il fatto non costituisce reato”; i giudici hanno stabilito infine “di non doversi procedere” nei confronti di Manuela De Socio e Carlo Scribani Rossi, Erminio Giraudi.
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