Il proto-cristianesimo in Cina

Gentili esperti di religioni di NonCredo, vi leggo da anni ed apprezzo notevolmente la vostra apertura, specie nell'ultimo anno, al pensiero etico-filosofico-religioso-spirituale che l'Oriente, fondamentalmente India e Cina, hanno saputo trasmetterci consentendoci di riflettere sul settarismo dogmatico del monoteismo imperante in Occidente, compreso quel surrettizio conato di appropriazione che muove il cristianesimo verso, sarebbe meglio dire contro, ogni mezzo culturale e spirituale che l'uomo nella sua storia ha sentito e prodotto. Mi ha introdotto a scrivervi il testo di un noto intellettuale, Pietro Citati, che su un grande giornale nazionale ha pubblicato un articolo che verte sulle prime “pillole” di cristianesimo giunte in Cina quasi un millennio prima di Marco Polo. Egli scrive: “In Cina esisteva una profonda tendenza alla ibridazione religiosa: il buddhismo, giunto in Cina, si aprì alla espressione filosofica taoista e se ne lasciò fecondare, e il manichesimo si vestì di abiti taoisti e buddhisti. Così il buddhismo diventò il veicolo per l'assorbimento del cristianesimo: nella stele di Xi'an tutto sembra buddhista, ma resta profondamente cristiano. Certo, ci sono aggiunte estranee al cristianesimo: i samsara, il ciclo della rinascita, il mondo come realtà fittizia, la vacuità, l'assenza di desiderio, l'esistenza che nasce dalla negazione dell'esistenza. Questi meravigliosi interventi buddhisti non mi danno fastidio”. Ma, in questo contesto, cosa al mondo autorizza a parlare di cristianesimo?

Ermete G.


Grazie per la sua comunicazione e che mi vede abbastanza dottrinalmente impreparato per cui giro comunque la sua lettera agli studiosi orientalisti che scrivono su NonCredo. Quando ci risponderanno li pubblicheremo. Per quanto mi riguarda, parlare di cristianesimo tout court pensando ai rapsodici e sincretistici messaggi che sporadici e avventurosi nestoriani, ariani, manichei e zoroastri portarono al capolinea della impervia e vitale “Via della seta” mi suona molto improprio, come considerare cristiani i mormoni, i testimoni di Geova e Scientology. Il cristianesimo, al di là di una trita retorica, non è stata mai una religione di “pace” ma sempre di conquista: dottrinale, territoriale, coloniale, giudiziaria, ideologica e politica: è la “libido dominandi” strappata alla Roma imperiale di cui dalla lontana Palestina sono venuti a prendere possesso con la stessa mentalità universalistica. La spada e la croce appaiate ne sono il vero simbolo, come nella realistica statua di Magellano a Cebu nelle Filippine ove venne ucciso come invasore proselitista. Coloro che portarono verso est i primi accenni sincretistici ed anche spurii di cristianesimo fino al Celeste Impero erano molto meno “cristiani” di tutti i veri cristiani che il cristianesimo ha ritenuto di dover bruciare vivi per presunte eresie o apostasia. E poi, quando nel testo da lei citato si parla di “aggiunte estranee al cristianesimo”, lì c'è in effetti tutto il più puro buddhismo, dal Theravada indiano del Buddha allo splendido Nagarjuna del mahayana. Volerci vedere del cristianesimo lo trovo plagiante, visionario, velleitario e contrario ai fatti.










Fonte: bimestrale "NonCredo" #33

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