Tutto quello che pensiamo di sapere è falso
E meno ne sappiamo, più pensiamo di sapere. Ci sbagliamo anche su quanto ci sbagliamo, infatti siamo in errore molto più spesso di quel che crediamo. Distorcere la realtà è quello che sappiamo fare meglio, lo dicono ormai diverse ricerche.
Con quali conseguenze?
Quando usiamo il Gps in auto, per arrivare a destinazione, è fondamentale inserire le informazioni giuste, no? Se avessimo l’impressione che il navigatore ci stesse fornendo indicazioni su una città diversa da quella in cui siamo, non ci fideremmo perché avremmo la certezza di finire nel posto sbagliato. Dunque come possiamo credere di prendere decisioni consapevoli se la nostra percezione dei fatti è perlopiù errata? Come possono gli imprenditori intraprendere strategie assennate per le loro aziende se la loro concezione del mondo è distorta? Come possono i governi risolvere i problemi della società se si basano su false convinzioni?
«So di non sapere» è una delle tesi più famose di tutta la filosofia, la pronunciò Socrate prima di essere condannato a morte e cozza terribilmente con lo stato di presunzione di verità che viviamo di continuo. L’ignoranza, nell’era della comunicazione totale, continua a comandare e chi comanda questo lo sa bene tanto che manipola l’opinione pubblica attraverso appelli che si basano proprio su un’analisi avanzata e certosina delle convinzioni e delle credenze diffuse nel pubblico che intende raggiungere.
Noi, però, possiamo non cadere in questa trappola: mettiamo in discussione le nostre opinioni, apriamoci al confronto; altrimenti detto, riabituiamoci a riflettere.
* * *
Opera condivisa tramite licenza Creative Commons BY-NC-ND 2.5 IT
Fonte: Dolce Vita, alternative lifestyle magazine – www.dolcevitaonline.it
Con quali conseguenze?
Quando usiamo il Gps in auto, per arrivare a destinazione, è fondamentale inserire le informazioni giuste, no? Se avessimo l’impressione che il navigatore ci stesse fornendo indicazioni su una città diversa da quella in cui siamo, non ci fideremmo perché avremmo la certezza di finire nel posto sbagliato. Dunque come possiamo credere di prendere decisioni consapevoli se la nostra percezione dei fatti è perlopiù errata? Come possono gli imprenditori intraprendere strategie assennate per le loro aziende se la loro concezione del mondo è distorta? Come possono i governi risolvere i problemi della società se si basano su false convinzioni?
«So di non sapere» è una delle tesi più famose di tutta la filosofia, la pronunciò Socrate prima di essere condannato a morte e cozza terribilmente con lo stato di presunzione di verità che viviamo di continuo. L’ignoranza, nell’era della comunicazione totale, continua a comandare e chi comanda questo lo sa bene tanto che manipola l’opinione pubblica attraverso appelli che si basano proprio su un’analisi avanzata e certosina delle convinzioni e delle credenze diffuse nel pubblico che intende raggiungere.
Noi, però, possiamo non cadere in questa trappola: mettiamo in discussione le nostre opinioni, apriamoci al confronto; altrimenti detto, riabituiamoci a riflettere.
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Opera condivisa tramite licenza Creative Commons BY-NC-ND 2.5 IT
Fonte: Dolce Vita, alternative lifestyle magazine – www.dolcevitaonline.it
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