La prova dell'inverno "da impatto" di 65 milioni di anni fa
Scoperta in una formazione rocciosa del Texas la conferma del breve ma
drastico raffreddamento del clima innescato 65 milioni di anni fa
dall'impatto di un asteroide con la Terra. L'evento, che avrebbe portato
alla scomparsa dei dinosauri, causò anche immensi tsunami.
Per la prima volta sono state trovate prove dirette che la caduta di un
massiccio asteroide sulla Terra avvenuta alla fine del Cretaceo, fra 65 e
66 milioni di anni fa, fu seguita da un “inverno da impatto”, causato
dalla diffusione nella stratosfera di polveri e aerosol che riudessero
drammaticamente e per decenni la quantità di radiazione solare in grado
di raggiungere la superficie del pianeta.
Il nesso causale diretto fra quell'evento - la cui traccia più vistosa è il cratere di Chicxulub, nella penisola dello Yucatan - e la successiva estinzione dei dinosauri non era ancora dimostrato. Le testimonianze geologiche del cambiamento climatico che contraddistingue il passaggio dal Cretaceo al successivo Paleogene non avevano una risoluzione temporale sufficiente per distinguere la catena di eventi che portò a quell'estinzione. Il picco di freddo che provocò l'inizio della catastrofe, infatti, potrebbe essere durato appena qualche decennio, un lasso di tempo che nella documentazione stratigrafica corrisponde a uno strato di roccia sottilissimo e difficilmente identificabile.
Il nesso causale diretto fra quell'evento - la cui traccia più vistosa è il cratere di Chicxulub, nella penisola dello Yucatan - e la successiva estinzione dei dinosauri non era ancora dimostrato. Le testimonianze geologiche del cambiamento climatico che contraddistingue il passaggio dal Cretaceo al successivo Paleogene non avevano una risoluzione temporale sufficiente per distinguere la catena di eventi che portò a quell'estinzione. Il picco di freddo che provocò l'inizio della catastrofe, infatti, potrebbe essere durato appena qualche decennio, un lasso di tempo che nella documentazione stratigrafica corrisponde a uno strato di roccia sottilissimo e difficilmente identificabile.
Nella ricerca ora pubblicata sui “Proceedings of the National Accademy of Sciences”,
Johan Vellekoop, dell'Università di Utrecht, e colleghi sono riusciti a
condurre una serie di analisi di paleotermometria su alcuni strati di
rocce sedimentarie del Brazos River, in Texas.
Nella formazione dell'area di Brazos, caratterizzata da una antica sedimentazione quasi continua, si possono infatti distinguere in modo singolarmente chiaro sequenze di sottili strati in cui sono presenti differenti tipi di detriti e resti di animali marini, prevalentemente conchiglie e foraminiferi.
Dalle analisi risulta in particolare che immediatamente dopo l'impatto ci sarebbe stata una fase “palla di fuoco”, dovuta all'intenso
Nella formazione dell'area di Brazos, caratterizzata da una antica sedimentazione quasi continua, si possono infatti distinguere in modo singolarmente chiaro sequenze di sottili strati in cui sono presenti differenti tipi di detriti e resti di animali marini, prevalentemente conchiglie e foraminiferi.
Dalle analisi risulta in particolare che immediatamente dopo l'impatto ci sarebbe stata una fase “palla di fuoco”, dovuta all'intenso
calore provocato dall'impatto, fase caratterizzata anche da
terremoti e da immense onde di tsunami. A queste ultime i ricercatori
imputano lo strato di conchiglie grossolanamente frantumate di Brazos
River, la cui matrice rocciosa circostante presenta un picco di
concentrazione di iridio. L'iridio, un elemento molto raro nel suolo
terrestre, ma abbondante negli asteroidi, è il più importante marcatore
dell'impatto.
Secondo i modelli, le polveri sollevate dall'impatto e dagli incendi su scala globale avrebbero quindi prodotto una diminuzione del 20 per cento circa della luce solare in grado di raggiungere la superficie terrestre, con un abbassamento delle temperature durato alcuni decenni. Anche questo evento trova riscontro nella formazione di Brazos River. Le tracce dei lipidi prodotti da un particolare gruppo di archea (i Thaumarchaeota) rinvenute immediatamente al di sopra dello strato di conchiglie sono infatti coerenti con un repentino crollo della temperatura media di almeno 7 °C. Dallo studio di questi organismi - che attualmente si possono trovare all'interno di grotte - sappiamo infatti che la composizione della parte lipidica dei biofilm che producono varia in funzione della temperatura dell'ambiente in cui si trovano.
Secondo i modelli, le polveri sollevate dall'impatto e dagli incendi su scala globale avrebbero quindi prodotto una diminuzione del 20 per cento circa della luce solare in grado di raggiungere la superficie terrestre, con un abbassamento delle temperature durato alcuni decenni. Anche questo evento trova riscontro nella formazione di Brazos River. Le tracce dei lipidi prodotti da un particolare gruppo di archea (i Thaumarchaeota) rinvenute immediatamente al di sopra dello strato di conchiglie sono infatti coerenti con un repentino crollo della temperatura media di almeno 7 °C. Dallo studio di questi organismi - che attualmente si possono trovare all'interno di grotte - sappiamo infatti che la composizione della parte lipidica dei biofilm che producono varia in funzione della temperatura dell'ambiente in cui si trovano.
L'abbassamento delle temperature, osservano i ricercatori, potrebbe
essere stato persino più marcato, dato che è risultato difficile isolare
perfettamente gli strati di biofilm di quel breve periodo da quelli
immediatamente superiori (successivi) in cui si è assistito a un
progressivo ritorno a un clima più mite, un miglioramento climatico
anch'esso previsto dai modelli.
lescienze.it
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