WhatsApp: attenzione alla dipendenza
Se state inviando una miriade di messaggi su WhatsApp mentre leggete, scrivete, parlate, cucinate e spolverate o quant'altro, sappiatelo: ne siete dipendenti.
Un nuovo studio pubblicato da The Social Science Journal afferma che, ormai, è provato che esiste anche la dipendenza da WhatsApp, il servizio di messaggistica più popolare.
Un successo crescente se si considera che, da quando è stata introdotta l’applicazione, il servizio dei tradizionali SMS a pagamento
ha subìto un declino progressivo. E non poteva essere altrimenti vista
la comodità e la possibilità di comunicare gratuitamente con chi, tra
amici e conoscenti, possiede la stessa applicazione sul proprio smartphone.
Tuttavia, proprio questa caratteristica che è il punto di forza di WhatsApp (e di altri servizi come il Blackberry Messenger)
ha portato gli utenti ad esserne decisamente dipendenti. Secondo lo
studio condotto dall'Università del Kuwait, pare siano in molti a non
poterne fare a meno, per i motivi più disparati, dal lavoro al
divertimento.
Oltre il 32 per cento degli intervistati, infatti, ha riferito di accedere all’applicazione più di 12 volte in un ora.
Inoltre, il 53 per cento degli stessi ha esplicitamente dichiarato di
sentirsene dipendente e di non poter più vivere senza di essa. Dato non
troppo rassicurante, solo meno della metà delle 522 persone intervistate
si è detto immune a questa dipendenza tipica del 2014.
In realtà, volendo approfondire, lo studio rivela anche come una tale dipendenza possa causare gravi problemi sociali (dei quali sempre più spesso si parla a causa dell'impazzare dei social network), oltre ad una bassa autostima e a diverse difficoltà nelle relazioni reali della vita di tutti i giorni. Basti pensare agli episodi in cui WhatsApp è andato in tilt per qualche ora e si sono utilizzati i social network,
come Twitter e Facebook in particolare, per capire cosa stesse
succedendo ed aggiornarsi sulle possibili cause del blackout. Migliaia
di status, in quei frangenti, che possono far pensare a veri e propri episodi di isteria collettiva.
Insomma, la dipendenza da Whatsapp esiste. Non è di certo l'unica ma è stata (purtroppo) provata.
nextme.it
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