Legambiente: troppa plastica sulle spiagge italiane
Dalle bottiglie ai contenitori, dalle tappe ai coperchi e alle stoviglie: la plastica invade le nostre spiagge.
Spiagge italiane invase dai rifiuti in plastica:
bottiglie, contenitori, tappi e coperchi rovinano la bellezza delle
nostre coste e mettono in pericolo anche animali e bambini. Ma ci sono
anche mozziconi di sigaretta, stoviglie usa e getta di plastica,
mattonelle e calcinacci. A denunciare la situazione è l’indagine sulla
beach litter curata Legambiente secondo il protocollo scientifico del
ministero dell’Ambiente e di Ispra, nell’ambito della campagna Spiagge e
Fondali puliti - Clean up the Med.
L’indagine
ha coinvolto un’area di 130.040 mq, pari a quasi 20 campi da calcio: 24
spiagge monitorate, situate nei comuni di Genova, Viareggio (Lu),
Orbetello (Gr), Scarlino (Gr), Fiumicino (Rm), Anzio (Rm), Pozzuoli
(Na), Pollica (Sa), Giardini Naxos (Me), Palermo, Agrigento, Gela (Cl),
Ragusa, Pachino (Sr), Noto (Sr), Catania, Policoro (Mt), Pisticci (Mt),
Casalabate (Le), Tricase (Le), Brindisi, Polignano a Mare (Ba), San
Benedetto del Tronto (Ap). Le aree di indagine sono state scelte in modo
da effettuare il campionamento su spiagge libere. Ogni singolo
campionamento ha tenuto conto del protocollo di monitoraggio messo a
punto dal ministero dell’Ambiente e dall’ISPRA.
‘L’obiettivo è quello di indagare la quantità e la tipologia di rifiuti
presenti sulle spiagge italiane e del mediterraneo al fine di
contribuire all’applicazione della direttiva europea sulla Marine
Strategy - dichiara Rossella Muroni, direttrice generale di Legambiente -
Un provvedimento che dà chiare indicazioni sull'impatto dei rifiuti
marini e sull’obbligo di intervenire e rappresenta un’importantissima
occasione per attuare finalmente politiche coordinate tra i diversi
settori che riguardano il mare’.
‘Secondo
diversi studi - prosegue Muroni - circa il 70% dei rifiuti marini
affonda e circa il 15% resta in superficie. Questo significa che i
risultati dei campionamenti effettuati sulle spiagge rappresentano solo
la punta dell’iceberg di un problema ben più complesso. Per questo
servono azioni concrete di salvaguardia e sviluppo dell’ambiente marino e
delle coste con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati e dei
territori. Interventi che in Italia sono in fase ancora embrionale. I
risultati del monitoraggio di Legambiente sui rifiuti presenti sulle
nostre spiagge richiamano però con forza l’urgenza di intervenire e
forniscono un contributo prezioso per la valutazione delle politiche di
prevenzione e riduzione del fenomeno’.
L’indagine ha evidenziato che sui litorali monitorati, la plastica
è la categoria di rifiuto che batte tutti gli altri, con una
percentuale del 65% sul totale di 15.215 rifiuti rinvenuti. A seguire,
ricoprono a tappeto le nostre spiagge i mozziconi di sigaretta (7%).
Sono stati contati 1.035 mozziconi, il residuo di oltre 50 pacchetti di
sigarette. Non mancano ai primi posti in classifica i metalli (6%) con
lattine, barattoli e bombolette spray, seguiti dai rifiuti sanitari (5%)
come cotton fioc, assorbenti, preservativi, blister. Poi materiali di
costruzione al 4% (mattonelle e calcinacci), vetro al 3% (specie
bottiglie), rifiuti di gomma (pneumatici, guanti) e tessili (scarpe,
vestiti) entrambi al 2%.
L’indagine sulla beach litter è stata portata avanti anche in 5 spiagge del Mediterraneo
in Grecia, Spagna, Francia e Tunisia, grazie alle organizzazioni di
Clean up the Med, per richiamare l’attenzione sull’importanza di
avanzare azioni di monitoraggio e di intervento in maniera coordinata
tra tutti i Paesi costieri. In estrema sintesi, emerge dal confronto che
la densità dei rifiuti in queste spiagge è molto minore rispetto a
quelle italiane ma la percentuale di rifiuti plastici più alta.
ecoseven.net
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