Istituti religiosi, chiudono tutti: è ecatombe a Foggia. “Morte decretata da tempo”
Chiudono il Santa Maria Regina di viale Colombo, il Sacro Cuore di via
Napoli e il Concettina Figliolìa di via Gioberti. Suor Anna Monia
Alfieri: "15 anni fa erano state chiamate ad anticipare la crisi".
Istituti religiosi: è ecatombe a Foggia. Lo scorso anno lo Scillitani, oggi il Santa Maria Regina e,
a ruota, il liceo Sacro Cuore e l'istituto Concettina Figliolìa della
suore canossiane. Chiuderanno anche questi ultimi. L'annuncio qualche
giorni fa, nel corso di infuocati incontri con le famiglie degli
studenti che non vogliono saperne di rinunciare alla continuità
formativa dei loro figli. Insostenibilità economica la motivazione alla
base dell'effetto domino. Le rette, anche importanti, non sono più
sufficienti. Si chiude.
IL FIGLIOLIA CHIUDE. Il
Figliolìa lo farà già a settembre. "La decisione della Reverenda Madre
provinciale ci è stata comunicata ufficialmente lo scorso 16 gennaio, in
una riunione straordinaria" si sfoga un genitore che chiede
l'attenzione della stampa. L'Istituto, storico, che offriva servizio di
scuola dell’infanzia e scuola primaria lascia circa ottanta bambini
nell’ incertezza di una nuova collocazione ed otto insegnanti laici con
famiglie e personale non docente. Per la verità, un'ancora di
salvataggio è stata gettata dall'Istituto Marcelline, che ha già preso
in carico tre docenti provenienti dalle scuole in crisi e avrebbe
avviato interlocuzioni per allargare l'ingresso anche agli studenti,
quantomeno per fare salva la continuità formativa, divenendo sempre più
punto di riferimento, laico, in città.
IL PROBLEMA E’ NAZIONALE.
"Ci rendiamo conto che non è sicuramente una soluzione idonea a
garantire la sopravvivenza delle scuole religiose, ma è qualcosa se si
pensa al corpo scolastico che rischia di trovarsi per strada dopo anni
di lavoro" commenta la rappresentante legale della scuola paritaria,
suor Anna Monia Alfieri. Per lei, che è anche presidente della
federazione delle scuole cattoliche paritarie per la Lombardia, nessuna
sorpresa: "A questo punto si sarebbe arrivati prima o poi. E non solo a
Foggia. Il problema, infatti, è nazionale" chiarisce, snocciolando le
ragioni di cotanto default. "La crisi economica delle famiglie unita al
calo delle vocazioni ma, soprattutto l'assenza di una oculata gestione
delle risorse hanno creato, col tempo, squilibri economici e buchi di
bilancio difficilmente sanabili, una parità scolastica ancora
incompiuta" dichiara senza mezzi termini.
L’ALLARME 15 ANNI FA.
"Già 15 anni fa queste scuole erano state chiamate ad anticipare la
crisi che le avrebbe inevitabilmente investite modificandone, anzitutto,
la gestione finanziaria e vestirsi di managerialità nella fedeltà alle
ragioni di fondazione. Non è stato fatto. Si è creduto di poter
continuare così all'infinito".
MORTE DECRETATA DA TEMPO.
Quindi l'affondo contro la crisi "carismatica" degli istituti
religiosi: "Non si tratta di crisi carismatica quanto piuttosto che la
società è cambiata e con essa la modalità di esprimere il carisma delle
scuole religiose che possono assurgere ad un ruolo profetico nelle
realtà in cui vivono. Pensiamo ad esempio alla trasmissione del carisma
ai collaboratori laici, alla buona gestione, al confronto con le
istituzioni locali laiche. L’assenza di questa sfida raccolta rischia
oggi di provocare la morte della scuola cattolica ancor prima di
qualsivoglia annuncio ufficiale".
Fonte: foggiatoday.it
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