Letture consigliate
“La mia morte sono io” di Carlo Tamagnone, Clinamen, pagg. 350.
Questo libro ha il grande merito di scandagliare con completezza il più determinante e condizionante evento della vita, umana in particolare, quale è la morte in tutte le sue modalità, inclusa, con ampia trattazione, quella per suicidio. Per l'autore la vita viene “consumata” vivendola, si vive rilasciando la vita e quindi si va alla morte ben prima che essa sopraggiunga. È un testo illuminante la cui lettura giova alla comprensione dei grandi misteri psico-fisici che ci condizionano.
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“Figli del nulla: i giovani e il male di vivere tra nichilismo e buddhismo” di Paola Basile – Asia Edizioni – pagg. 290
È un libro in cui possono riconoscersi intere generazioni di giovani occidentali permeati da un abissale senso di vuoto che alimenta inquietudine, ribellione, angoscia e smarrimento. La domanda che permea il libro è “quale è il senso della vita”. Trattasi di un libro di ricerca portata avanti dall'autrice che include anche un numero allegato di testimonianze di giovani e meno giovani che hanno portato avanti con lei un percorso di riflessione, recupero e rinascita.
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“Riciclaggio della memoria” di Paolo D'Arpini, Edizioni Tracce, pagg. 210.
Il tema che pervade l'intera trattazione è ciò che l'autore definisce “spiritualità laica” che va ricercata nel profondo e dà un'impronta alla nostra vita. Secondo l'autore la coscienza non può essere spiegata solo in termini di funzionamento fisiologico poiché essa sicuramente possiede una sua propria natura e realtà: l'osservato non è mai scisso dall'operatore, l'immagine non può sostituirsi alla sostanza. Indagando sulla natura di colui che si interroga si giunge ad una riflessione che rappresenta la spiritualità laica.
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“Elogio del politeismo: quello che possiamo imparare dalle religioni antiche” di Maurizio Bettini – il Mulino – pagg. 160
L'autore, che insegna antropologia del mondo antico, vede, e lo dimostra, nel politeismo un antidoto naturale alle lotte di supremazia e colonialismo ideologico dei monoteismi. E dice “se si parte dal principio che gli dei sono molti viene meno il motivo di affermare che quelli degli altri sono falsi”. Il monoteismo ci ha condizionati a credere che il dio debba essere unico, laddove il politeismo antico, egizio, mesopotamico, greco, romano, ecc, prevedeva la possibilità di far corrispondere tra loro dei e dee appartenenti a culture diverse, e così assicurava la pace scongiurando qualsiasi guerra di religione, oggi così frequenti.
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