L’evoluzione delle restrizioni digitali dei #DRM
L’idea che i Drm
stiano scomparendo è completamente sbagliata, sono stati dati dei
“contentini” in alcuni casi ormai troppo esposti, ma i DRM stanno
diventando pervasivi.
Si sta passando dal modello dove “compravamo” i supporti che
ospitavano le opere (libri, cd, cassette, dvd, etc.) al “noleggio” senza
che questo passaggio sia compreso dagli utenti.
Siamo convinti di aver comprato una canzone su itunes, un e-book su
amazon, un video su google, e poi scopriamo che di quel video, canzone,
libro non ci è dato nient’altro se non usufruirne nei modi, con gli
strumenti e nei tempi stabiliti da questi intermediari.
L’anno scorso era balzata alle cronache la storia di Bruce Willis,
che ha comprato molte canzoni su itunes, per scoprire poi che la licenza
non gli stava facendo acquistare i brani musicali, ma soltanto di
ascoltarli su quelle specifiche periferiche itunes.
Ed è significativa anche la storia di Amazon, che da remoto ha
cancellato dai kindle dei suoi clienti ebook regolarmente acquistati
proprio da amazon, per motivi di copyright.
“Non avrei mai immaginato che amazon avesse il diritto, l’autorità e
neanche la capacità tecnica di cancellare qualcosa che avevo già
comprato” ha dichiarato una delle vittime.
Ironia vuole che in questo caso si trattasse delle opere di Orwell, 1948 e Animal Farm.
Questo è censura, questo corrisponde a bruciare i libri.
Sono morte milioni di persone
perché non fosse consentito neanche ai governi di bruciare libri, di
impedirci di fruire della cultura, e sta succedendo di nuovo con forme
più sofisticate, giustificate da un presunto inalienabile diritto di
lucro.
I media si stanno trasformando da sistemi passivi che contenevano o veicolavano la cultura, a sistemi attivi.
Stiamo passando dai “contenuti” alle “applicazioni”.
Anche il web come lo conosciamo è destinato a profonde
trasformazioni, e non a caso anche nel suo linguaggio, nell’HTML, si sta cercando di introdurre i drm
L’evoluzione dei media porta tante promesse, tante cose fantastiche
che potremo fare in futuro, ma se non interveniamo adesso per fermare
le armi dei monopolisti del copyright, questi media diventeranno i
nostri peggiori incubi.
Da un email di Mauro in una lista del Partito Pirata Italiano
yanfry.wordpress.com
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