Maxi-regalo alle banche, grazie al golpe della Boldrini
Chiedo scusa ai lettori tutti ed ai
compagni di Sel per l’errore in cui sono incorso scrivendo che Sel aveva
votato a favore dello sciagurato decreto. Sono stato tratto in inganno
da una mia cattiva lettura dei giornali on line di questa mattina (che
per la verità non eccellevano per chiarezza) e dall’appartenenza a Sel
del Presidente della Camera Boldrini che rendeva verosimile quella
interpretazione. La cosa mi aveva non poco indignato, ma sono contento
ci costatare che le cose non stiano così per cui chiedo doverosamente
scusa e rimetto il pezzo corretto.
Avrei voluto scrivere un pezzo sulla lista Tsipras in risposta a Luciano Muhlbauer che, sul suo blog, polemizzava molto garbatamente con il mio “pessimismo” in proposito. Lo farò nei prossimi giorni, ma quello che è avvenuto alla Camera ieri mi impone di dare la precedenza ad altre considerazioni.
Illustrerò meglio il merito del
provvedimento appena passato su Bankitalia nel prossimo pezzo, qui mi
limito a dire che si tratta di un rivoltante regalo alle banche che,
questo anno, daranno 1 miliardo e mezzo di tasse su questa operazione
(ufficialmente destinati a coprire l’abolizione della seconda rata Imu),
ma per incassarne circa 400 all’anno, da ora in poi, come dividendi
sugli utili di Bankitalia e non si tratta solo di questo. Dunque, in
quattro anni si saranno abbondantemente rifatte, ma nel prossimo pezzo
mi spiegherò meglio.
Veniamo a cosa è successo ieri: il M5s
aveva avviato un serrato ostruzionismo per far decadere il decreto. I
mezzi di informazione, sempre sensibili alle sollecitazioni di
Quirinale, Palazzo Chigi, di Palazzo Koch, Palazzo Grazioli e di tutti i
palazzi importanti di questo paese, avevano subito iniziato una
campagna terroristica: “attenti che se i grillini vincosul suo blogno, poi pagate la
seconda rata Imu, che sarebbe una tragedia”. Per due mesi il Pd e la
stampa caudataria ci aveva spiegato che l’Imu non era quella cosa così
importante che si diceva, che era solo per la demagogia del Cavaliere
che se ne parlava, ora, guarda un po’, è diventata la goccia che avrebbe
fatto traboccare il bicchiere dei fallimenti aziendali e del tracollo
delle famiglie.
Intendiamoci: l’Imu è stata una
estorsione imposta dal governo Monti ed andava abolita, l’ho scritto
ripetutamente, sul suo blogma bisognata trovare la sostituzione del gettito in
direzione delle rendite finanziarie, cosa che fa semplicemente
inorridire il Pd che è lo scendiletto delle banche. Banche che, a loro
volta hanno un problema serio, per l’avvicinarsi degli stress test della
Bce, per cui occorre rivalutare i rispettivi asset. Allora qualcuno ha
una idea: rivalutiamo di colpo Bankitalia, il che significa rivalutare
le quote possedute in essa dalle banche. Semplice e con un tratto di
penna. Solo che bisogna pur giustificare nei confronti della gente
questo provvedimento che qualcosa costa allo Stato, ed ecco che qualcuno
inventa il nesso Imu-Bankitalia per far digerire la cosa alla gente
(insomma: fra qualche mese si vota ed un po’ di maquillage fiscale non
guasta).
La cartina di tornasole? Semplice: si
sarebbe potuto tranquillamente procedere con un decreto ad hoc per la
seconda rata Imu o magari scorporare il provvedimento per Bankitalia,
cercando altra copertura, ma così sarebbe venuto fuori che il vero
obiettivo non era far risparmiare ai poveri cittadini la seconda rata
dell’iniqua gabella (sino a ieri pervicacemente difesa). Cosa succederà
gli anni prossimi quando non ci sarà questo gettito una tantum di 1
miliardo e mezzo ed, anzi, le banche incasseranno netti altri 400
milioni? E chi se ne frega! Ci sarà la Tares opportunamente rivalutata o
chissà quale altra stravagante sigla e si andrà avanti. Nel frattempo
il regalo è fatto e le elezioni europee passate, per le politiche (posto
che ci siano nel 2015, ma già l’ineffabile Renzi parla di possibile
scadenza naturale nel 2018) si vedrà che altro inventarci e poi c’è
sempre il ricorso all’ortopedia di una qualche legge truffa elettorale.
E sin qui la sostanza del problema.
Veniamo al “contorno”. L’operazione è passata grazie alla decisione
della Boldrini che ha posto il testo in votazione troncando la
discussione. Per la verità nel regolamento una simile possibilità non
c’è, si tratta di una misura ipotizzata da Luciano Violante (quale
nome!) con una sua ardita interpretazione del medesimo, ma in concreto
applicata in questa occasione per la prima volta.
Qualche riflessione la merita anche il
comportamento del gruppo parlamentare del M5s al quale va dato atto, in
primo luogo, di aver condotto una battaglia generosa e con molto
coraggio, ma che ha delle cadute di stile preoccupanti. Anzi, diciamola
tutta, dal punto di vista delle capacità comunicative, i parlamentari
grillini sono una vera frana.
Prendiamo l’esempio di Giorgio Sorial,
che ha definito “boia” Napolitano. A proposito: ho letto che sarebbe
stato aperto un fascicolo dalla Procura di Roma sul deputato M5s, per
vilipendio del Capo dello Stato. Mi sembrava di ricordare che “I membri
del Parlamento non possono essere perseguiti per le opinioni espresse e i
voti dati nell’esercizio delle loro funzioni” (art. 68 comma I della
Costituzione): devono aver riformato la Costituzione senza dircelo.
La cosa non mi scandalizza neanche un
po’ ed anche se trovo l’appellativo spropositato, offensivo ed
impolitico (tenendo anche conto che, per un minimo di rispetto
dell’Istituzione, se non della persona, è bene ponderare le parole
quando si tratta del Presidente della sul suo blogRepubblica) mi pare che si tratti
di una venialità, soprattutto tenendo conto che la censurabilità
dell’uscita di Sorial è una bazzecola rispetto a quella che
meriterebbero i comportamenti del Presidente.
Quindi, va bene, Sorial va difeso, però
è evidente a chiunque che i giornali stanno con il fucile spianato, a
cesul suo blogrcare ogni minimo pretesto per sparare addosso al M5s e non mi pare il
caso di andargli a fornire ragioni. Bisogna capire una cosa: partiti,
giornali ecc sono convinti che il M5s sia una specie di incidente di
percorso, destinato ad essere tolto di mezzo rapidamente, per cui
pensano che un sistematico mobbing sia il modo migliore per ottenere il
risultato. Personalmente sono convinto che la cosa non funzionerà e che,
semmai. Il M5S abbia da temere di più dai suoi errori politici ed
organizzativi. Ma, lasciando perdere questo discorso che andrebbe troppo
per le lunghe, una cosa si può fare già da subito: un corso di
comunicazione per i parlamentari 5s che serva almeno ad evitare gli
errori più marchiani. Non sono affatto un estimatore del “politicamente
corretto”, e mi pare di dimostrarlo su queste pagine, però, se una dose
equilibrata di forza nella denuncia è necessaria, un eccesso di
violenza verbale è sempre controproducente.
Aldo Giannuli
aldogiannuli.it
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