SIAE, una picconata al monopolio

La Società Italiana degli Autori ed Editori non è più l'unica a poter raccogliere le royalty in Italia.

Quante volte abbiamo sentito lamentele nei confronti del monopolio esercitato dalla SIAE, la società che gestisce il diritto d'autore in Italia? 

La SIAE fonda detto monopolio sulla normativa italiana sul copyright, risalente al 1941, e in particolare sull'articolo 180, che le dà mandato esclusivo di concedere le licenze per l'utilizzo delle opere e raccogliere i proventi. 

Il fatto che sulla spartizione di questi proventi persino i cantanti stessi abbiano qualcosa da ridire pare non abbia mai turbato i sonni della Società, che ha potuto procedere indisturbata sinché sulla propria strada non ha incontrato Soundreef. 

Si tratta di una piccola startup fondata da italiani ma con sede a Londra; la sua specialità è la gestione dei diritti per i brani adoperati come musica di sottofondo all'interno di esercizi pubblici come i centri commerciali. 

Sono già più di 30.000 i cantanti indipendenti che hanno scelto Soundreef per farsi rappresentare nei 15 Paesi in cui Soundreef è operativa a tre anni dalla fondazione. Il motivo di questa scelta è in buona parte da ricercare nel sistema trasparente che sta alla base della ripartizione dei proventi, assegnati in base agli effettivi passaggi di ogni brano e non a oscuri meccanismi, come accade presso la SIAE. 

All'inizio di quest'anno, Soundreef è stata trascinata in tribunale non dalla SIAE, ma dalla radio Ros & Ros, il cui lavoro consiste nel preparare playlist per i centri commerciali, e da una cantautrice: facendo riferimento alla legge del 1941 hanno cercato di bloccare l'operato di Soundreef in Italia, reclamando che la norma non consente ad altri soggetti di agire in questo settore nel nostro Paese. 

Ora la vicenda è giunta alla conclusione e si traduce in una sconfitta per la SIAE: il Tribunale di Milano ha infatti stabilito che «non vi sono allo stato attuale sufficienti elementi per ritenere che la diffusione di musica da parte di Soundreef nel territorio italiano sia illecita in forza della riserva concessa alla SIAE dall'art.180 L. aut. né sembra infatti potersi affermare che la musica [...] gestita da Soundreef e da questa diffusa in Italia in centri commerciali GDO e simili debba obbligatoriamente essere affidata all'intermediazione di SIAE».  

La parte più interessante è però il motivo che sta alla base di questa decisione: «Una simile pretesa» (che la SIAE abbia il monopolio, NdR) «entrerebbe in conflitto con i principi del libero mercato in ambito comunitario e con i fondamentali principi della libera concorrenza» scrive il Tribunale nella sentenza.
Insomma, Soundreef può fare concorrenza alla SIAE perché si trova a Londra, e quindi il tribunale può applicare il diritto comunitario; se la sua sede fosse stata in Italia, avrebbe prevalso la legge italiana. 

Per Soundreef si tratta di una vittoria importante, che le permette di continuare ad ampliare il proprio giro d'affari; per la SIAE si tratta di una prima scalfittura al proprio monopolio, eppure è difficile riuscire a sperare che il colosso cambierà modo di agire soltanto per questo "inconveniente".







zeusnews.it

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