EXPOlizia 2015: al via le liste di proscrizione
Nonostante la cappa di silenzio
che ormai circonda tutto quello che riguarda in negativo Expo 2015
grazie alle compiacenze servili di gran parte dei mass media, la grave
vicenda che ha riguardato oltre 600 lavoratrici e lavoratori sta
finalmente diventando di dominio pubblico.
Da
sempre, come USI-AIT, abbiamo denunciato e contrastato il modello di
relazioni di lavoro che Expo 2015 portava con sé. Con la complicità e
l’assenso dei sindacati di Stato confederali, si sono applicati
contratti di lavoro indecenti aventi norme e retribuzioni salariali di
molto al di sotto degli stessi standard di settore.
Nonostante questo, dopo
un estenuante e lunghissimo iter di selezione ad opera dell’agenzia di
caporalato interinale Manpower e Expo spa, a chi venia garantita questa
occupazione lavorativa a termine, è stata recapitata la notizia di
avvenuto licenziamento per l’impossibilità di accedere ai siti
espositivi con normale pass d’ingresso.
A
parziale spiegazione di ciò, è utile ricordare che tutta l’area
espositiva di Expo 2015 è stata decretata “zona di interesse strategico
nazionale” alla stessa stregua di altri siti come le discariche di
rifiuti in Campania o i cantieri TAV in Val di Susa con la conseguente
militarizzazione.
Questo ha comportato che le oltre
30.000 candidature lavorative pervenute ad Expo, siano state
preventivamente e accuratamente vagliate dalle Questure poliziesche.
Nei
loro immensi archivi di schedatura di massa in cui siamo
inconsapevolmente presenti, è bastato anche esserci con una semplice
segnalazione di partecipazione a qualche movimento di lotta, protesta e
contestazione - e non con condanne penali o denunce pendenti in iter
processuale – per essere “bollati” come persona non avente i requisiti
per poter accedere a prestare attività lavorativa all’interno di Expo.
Tale
vicenda è di estrema gravità e lede non solo i diritti come lavoratrici
e lavoratori in palese violazione dell’articolo 8 dello Statuto dei
Lavoratori, ma soprattutto come cittadine e cittadini oggetti di
schedature e liste di proscrizione tipiche di Stati di Polizia fascisti e
autoritari.
Chiediamo quindi
con forza e determinazione che Manpower, Expo spa e Questura rendano
pubbliche tutte le motivazioni che hanno comportato il licenziamento di
oltre 600 persone e che si provveda, essendo licenziamenti
dichiaratamente politici, al reintegro lavorativo per tutte le persone
coinvolte in questa vicenda che evidenzia, se ancora ve ne fosse
ulteriore bisogno, dell’involuzione autoritaria, dittatoriale e fascistoide dello Stato italiano a partire proprio dai posti di lavoro.
Unione Sindacale Italiana – AIT
Federazione di Milano
Fonte: "Umanità Nova", settimanale anarchico
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