La truffa del Jobs Act
Riteniamo
doveroso informare la Prefettura di Lodi per renderla edotta di una
grave situazione che si è venuta a creare nello stabilimento INALCA di
Ospedaletto Lodigiano, all’interno del quale è stato proclamato lo stato
di agitazione dalla scrivente organizzazione sindacale, stante
l’assoluta mancanza di garanzie e chiarezza in merito al cambio di
appalto in seguito alla disdetta delle cooperative Euro 2000 e King
Service.
La discussione con la subentrante agenzia
Trenkwalder SRL si è arenata su un punto ritenuto inaccettabile dal
nostro sindacato, ovvero la trasformazione dei rapporti di lavoro,
precedentemente tutti con contratto a tempo indeterminato, a tempo
determinato per tre + tre mesi, con l’impegno di trasformarli a tempo
indeterminato alla fine dei sei mesi. Questa operazione gestita alla
luce del sole da INALCA rappresenta la messa in atto di una vera e
propria truffa legale per poter usufruire dello sgravio contributivo
previsto dal cosiddetto contratto “a tutele crescenti”, che peraltro
distrugge anche l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori.
Tutto
questo in un periodo in cui ci si affanna a parlare di “lotta alla
corruzione”, di caccia ai “furbi” e ai “furbetti”, mentre è proprio una
legge dello Stato, il “Jobs Act”, ad offrire su un piatto d’argento a
migliaia di cooperative e società di vario genere la possibilità di beneficiare di sgravi fiscali colpendo il lavoro a tempo indeterminato e trasformandolo in occupazione a tempo determinato.
Incredibilmente,
si chiede al sindacato di essere complice di operazioni di questo
genere, ponendoci nella condizione di aprire uno stato di agitazione. Al
momento manca ancora un accordo con le cooperative uscenti in merito a
differenze retributive relative al mese di aprile. Vogliamo in merito
richiamare INALCA alle sue responsabilità: a maggior ragione a fronte
del beneficio fiscale di cui si gioverà, risulta intollerabile che la
committenza non si assuma l’onere di corrispondere quanto dovuto ai
lavoratori (al momento è elargito solo un acconto di 1.000 euro a chi ha
accettato il nuovo contratto).
Di
fronte a questa situazione, a cui si assomma la inaccettabile
ostinazione a non riconoscere il nostro sindacato quale interlocutore,
non ci rimane che mettere in atto tutte le iniziative che riterremo
necessarie per tutelare i posti di lavoro contro una truffa orchestrata
per far guadagnare milioni di euro alle imprese e ad estromettere un
sindacato scomodo, con il favore dei sindacati confederali.
Sulla
base di queste considerazioni, chiediamo alla Prefettura di Lodi di
intervenire per impedire che venga messa in atto questa truffa
legalizzata e venga garantita l’occupazione ai lavoratori che operano
all’interno dello stabilimento da molti anni, ulteriore fattore che
rende inconcepibile e umiliante l’essere sottoposti a questi ricatti.
Bruno S.
coordinatore S.I.Cobas Piacenza
Fonte: "Umanità Nova", settimanale anarchico
Commenti
Posta un commento