Collegamenti per l’organizzazione diretta di classe: fra continuità e discontinuità
La nuova serie di Collegamenti che inizia da qui prende le mosse dopo sette anni di interruzione e lo fa sulla base di un progetto per molti versi nuovo e che, nello stesso tempo, riprende alcuni aspetti caratterizzanti la più che quarantennale storia di questi articoli.
Con la nuova serie di “Collegamenti”, infatti, intendiamo costruire uno strumento di inchiesta sul campo che sappia intrecciare militanza, riflessione, comunicazione, un blog militante fatto da militanti.
Si tratta di accompagnare l’intervento nelle lotte immediate della nostra classe con una riflessione puntuale sulle condizioni nella quale si sviluppa a livello nazionale e internazionale, sui loro esiti, sui processi di organizzazione a quali danno vita, sulle crisi che producono nel funzionamento dei processi produttivi, del quadro sociale, delle organizzazioni formali della classe, sui loro riflessi nell’immaginario collettivo.
L’inchiesta quindi è, per noi, una relazione: l’azione che attiviamo nel porla in atto è essa stessa oggetto d’inchiesta, di critica, di confronto; va dunque definito, con la massima precisione possibile, il campo d’indagine per evitare di cadere nei classici vaniloqui tipici della sinistra.
A livello di grande astrazione si tratta di lavorare alle concrete determinazioni della contraddizione capitale-lavoro e al suo esprimersi in forme di lotta pratiche di resistenza, comportamenti collettivi e individuali.
Di questo processo sono parte costitutiva culture politiche in senso lato, dall’adesione partitica ai convincimenti religiosi, mentalità, subculture presenti nell’universo delle classi alterne nonché elaborazioni delle esperienze passate.
Importante sarà quindi operare per una puntuale ricostruzione della composizione tecnica di classe, organizzazione del lavoro, quadro giuridico, composizione etnica della forza lavoro, rete di relazioni produttive e sociali nella quale si collocano le singole unità produttive.
Integreremo questo primo livello di ricerca con schede tecniche sull’organizzazione produttiva, il diritto del lavoro, il contesto urbano, la storia aziendale.
Oggetto specifico d’indagine devono essere le forme di organizzazione che si dà la classe sia nei momenti alti del conflitto che nella sua stessa esistenza quotidiana: le organizzazioni del movimento dei lavoratori vanno sottoposte alla medesima indagine critica che dedichiamo all’organizzazione capitalistica della produzione; in particolare è interessante la dialettica movimento-organizzazione, il ruolo delle organizzazioni nel conflitto, le modificazioni che il conflitto stesso determina in loro e di conseguenza un’attenzione ai processi di soggettivazione che si sviluppano sui territori.
Una questione che, per noi, merita una specifica indagine è lo sviluppo di movimenti della “società civile” sul terreno della difesa dell’ambiente, della salute, dei diritti e la loro relazione o mancata relazione con i movimenti sul terreno di classe.
Nell’attuale fase di sviluppo del capitalismo, inteso come relazione sociale, la dialettica fa lavoro produttivo, fra aziende manifatturiere, fra rete dei trasporti e apparati della riproduzione sociale è una chiave di lettura ineludibile.
Sulla base di questa premessa, ciò che abbiamo tentato di fare in questa “nuova vita”, e che tenteremo di conservare come indice programmatico di questo progetto – senza l’intento però di cristallizzarne la forma, è la costruzione attraverso una rete di compagne e compagni di uno spazio editoriale che si concentri da una parte su materiali d’inchiesta e alle schede di approfondimento, e dall’altra su degli approfondimenti sia di carattere storico documentaristico che dedicati al quadro internazionale.
Questo nuovo progetto è una sperimentazione che intendiamo sottoporre alla valutazione dei lettori e delle lettrici attraverso, va da sé, Internet ma anche anche e soprattutto con una serie di incontri che vi chiediamo d’organizzare.
Nella parte iniziale di questo nuovo progetto abbiamo lavorato su alcuni blocchi di questioni:
- una disanima della legge di stabilità serve a fare il punto su caratteristiche e limiti del governo statale e capitalistico della fase e a smontare una serie di diffusi luoghi comuni. Un punto di partenza per una discussione sul quadro sociale generale che intendiamo riprendere nei prossimi articoli.
- la ricostruzione di alcune mobilitazioni generali nel settore della logistica, un luogo produttivo e sociale denso di esperienze di lotta e di organizzazione che vede coinvolti settori di lavoratori immigrati che si scontrano con forme di sfruttamento di straordinaria pesantezza, nella scuola dove la resistenza alla proletarizzazione di un importante segmento della forza lavoro ha dato vita nell’anno passato ad una mobilitazione importante, nella grande distribuzione dove si concentra una massa rilevante di forza lavoro prodotta dall’impetuosa concentrazione del ciclo della distribuzione e colpita dalla sua attuale crisi. Con una cronaca su di una recente mobilitazione dei lavoratori dell’università vogliamo ricostruire un tentativo interessante di riprendere l’iniziativa per il salario in un contesto ove la questione sembrava fuori discussione. Nello stesso tempo abbiamo raccolto alcune testimonianze sulle forme di organizzazione dell’opposizione sociale in particolare sulle vicende di un collettivo aziendale, quella della CUB della Pirelli, e di un giornale fatto, distribuito, vissuto da un gruppo di lavoratori delle ferrovie;
- per quanto riguarda il sistema delle relazioni sindacali, abbiamo preso in esame l’accordo del 10 gennaio 2014 fra Confindustria e CGIL CISL UIL e i suoi esiti devastanti. Si tratta di un passaggio importante nella costruzione di un sistema di regole che impone alle organizzazioni sindacali, in particolare a quella di base, la scelta secca fra il sottomettersi a un sistema di regole che rende pressochè impraticabile il conflitto sindacale in cambio del riconoscimento di un misero pacchetto di diritti e il rischio reale della perdita dei limitati spazi che garantisce la possibilità di partecipare all’elezione delle RSU aziendali. Sulla scelta da fare vi sono state differenze importanti nello stesso campo del sindacalismo di base e abbiamo, di conseguenza, scelto di ricostruire la vicenda dentro il concreto vissuto, da una parte, dei militanti di base della più importante fra le organizzazioni che hanno aderito all’accordo, l’USB, che hanno cercato e cercano di opporsi alla deriva corporativa della “loro” organizzazione, e, dall’altra, dei militanti di un sindacato refrattario al corporativismo, la CUB, che hanno operato per conquistare, anche sul terreno legale, i diritti che, per il loro rifiuto di sottomettersi, sono stati loro negati;
- abbiamo nel frattempo iniziato a ragionare su questioni che riteniamo di grande rilevanza, per un verso il cosiddetto “nuovo mutualismo”, un’area sociale che vede coinvolte masse rilevanti di lavoratori che sperimentano forme specifiche di integrazione e di sottomissione alle esigenze del mercato, che scoprono in forme nuove e specifiche il conflitto contro aziende che traggono legittimità dalla loro pretesa di svolgere un ruolo “sociale” in nome del quale pretendono di espungere il conflitto stesso dal loro ordinato funzionamento e, per l’altro, i tentativi di parte capitalista di ridimensionare il conflitto sociale ridimensionando il peso della forza lavoro nei processi produttivi ed i limiti di questi tentativi. Innovazione nella manifattura e forme dell’integrazione sociale, una questione sulla quale sarà necessario tornare;
- nel convincimento che è necessario collocare quanto viviamo più direttamente in un quadro internazionale pubblichiamo due corrispondenze dall’ “estero”, una situazione in Francia dove, dopo i recenti fatti, si sperimenta una micidiale stretta del controllo sociale, quella che abbiamo definito “guerra interna”.
- Infine la recensione dell’ultimo libro di Luciano Gallino, un ricordo di uno dei pochi veri intellettuali irregolari in un quadro di desolante normalizzazione e una breve scheda biografica sul compianto compagno Guido Barroero, che è recentemente mancato.
Con la nuova serie di “Collegamenti”, infatti, intendiamo costruire uno strumento di inchiesta sul campo che sappia intrecciare militanza, riflessione, comunicazione, un blog militante fatto da militanti.
Si tratta di accompagnare l’intervento nelle lotte immediate della nostra classe con una riflessione puntuale sulle condizioni nella quale si sviluppa a livello nazionale e internazionale, sui loro esiti, sui processi di organizzazione a quali danno vita, sulle crisi che producono nel funzionamento dei processi produttivi, del quadro sociale, delle organizzazioni formali della classe, sui loro riflessi nell’immaginario collettivo.
L’inchiesta quindi è, per noi, una relazione: l’azione che attiviamo nel porla in atto è essa stessa oggetto d’inchiesta, di critica, di confronto; va dunque definito, con la massima precisione possibile, il campo d’indagine per evitare di cadere nei classici vaniloqui tipici della sinistra.
A livello di grande astrazione si tratta di lavorare alle concrete determinazioni della contraddizione capitale-lavoro e al suo esprimersi in forme di lotta pratiche di resistenza, comportamenti collettivi e individuali.
Di questo processo sono parte costitutiva culture politiche in senso lato, dall’adesione partitica ai convincimenti religiosi, mentalità, subculture presenti nell’universo delle classi alterne nonché elaborazioni delle esperienze passate.
Importante sarà quindi operare per una puntuale ricostruzione della composizione tecnica di classe, organizzazione del lavoro, quadro giuridico, composizione etnica della forza lavoro, rete di relazioni produttive e sociali nella quale si collocano le singole unità produttive.
Integreremo questo primo livello di ricerca con schede tecniche sull’organizzazione produttiva, il diritto del lavoro, il contesto urbano, la storia aziendale.
Oggetto specifico d’indagine devono essere le forme di organizzazione che si dà la classe sia nei momenti alti del conflitto che nella sua stessa esistenza quotidiana: le organizzazioni del movimento dei lavoratori vanno sottoposte alla medesima indagine critica che dedichiamo all’organizzazione capitalistica della produzione; in particolare è interessante la dialettica movimento-organizzazione, il ruolo delle organizzazioni nel conflitto, le modificazioni che il conflitto stesso determina in loro e di conseguenza un’attenzione ai processi di soggettivazione che si sviluppano sui territori.
Una questione che, per noi, merita una specifica indagine è lo sviluppo di movimenti della “società civile” sul terreno della difesa dell’ambiente, della salute, dei diritti e la loro relazione o mancata relazione con i movimenti sul terreno di classe.
Nell’attuale fase di sviluppo del capitalismo, inteso come relazione sociale, la dialettica fa lavoro produttivo, fra aziende manifatturiere, fra rete dei trasporti e apparati della riproduzione sociale è una chiave di lettura ineludibile.
Sulla base di questa premessa, ciò che abbiamo tentato di fare in questa “nuova vita”, e che tenteremo di conservare come indice programmatico di questo progetto – senza l’intento però di cristallizzarne la forma, è la costruzione attraverso una rete di compagne e compagni di uno spazio editoriale che si concentri da una parte su materiali d’inchiesta e alle schede di approfondimento, e dall’altra su degli approfondimenti sia di carattere storico documentaristico che dedicati al quadro internazionale.
Questo nuovo progetto è una sperimentazione che intendiamo sottoporre alla valutazione dei lettori e delle lettrici attraverso, va da sé, Internet ma anche anche e soprattutto con una serie di incontri che vi chiediamo d’organizzare.
Nella parte iniziale di questo nuovo progetto abbiamo lavorato su alcuni blocchi di questioni:
- una disanima della legge di stabilità serve a fare il punto su caratteristiche e limiti del governo statale e capitalistico della fase e a smontare una serie di diffusi luoghi comuni. Un punto di partenza per una discussione sul quadro sociale generale che intendiamo riprendere nei prossimi articoli.
- la ricostruzione di alcune mobilitazioni generali nel settore della logistica, un luogo produttivo e sociale denso di esperienze di lotta e di organizzazione che vede coinvolti settori di lavoratori immigrati che si scontrano con forme di sfruttamento di straordinaria pesantezza, nella scuola dove la resistenza alla proletarizzazione di un importante segmento della forza lavoro ha dato vita nell’anno passato ad una mobilitazione importante, nella grande distribuzione dove si concentra una massa rilevante di forza lavoro prodotta dall’impetuosa concentrazione del ciclo della distribuzione e colpita dalla sua attuale crisi. Con una cronaca su di una recente mobilitazione dei lavoratori dell’università vogliamo ricostruire un tentativo interessante di riprendere l’iniziativa per il salario in un contesto ove la questione sembrava fuori discussione. Nello stesso tempo abbiamo raccolto alcune testimonianze sulle forme di organizzazione dell’opposizione sociale in particolare sulle vicende di un collettivo aziendale, quella della CUB della Pirelli, e di un giornale fatto, distribuito, vissuto da un gruppo di lavoratori delle ferrovie;
- per quanto riguarda il sistema delle relazioni sindacali, abbiamo preso in esame l’accordo del 10 gennaio 2014 fra Confindustria e CGIL CISL UIL e i suoi esiti devastanti. Si tratta di un passaggio importante nella costruzione di un sistema di regole che impone alle organizzazioni sindacali, in particolare a quella di base, la scelta secca fra il sottomettersi a un sistema di regole che rende pressochè impraticabile il conflitto sindacale in cambio del riconoscimento di un misero pacchetto di diritti e il rischio reale della perdita dei limitati spazi che garantisce la possibilità di partecipare all’elezione delle RSU aziendali. Sulla scelta da fare vi sono state differenze importanti nello stesso campo del sindacalismo di base e abbiamo, di conseguenza, scelto di ricostruire la vicenda dentro il concreto vissuto, da una parte, dei militanti di base della più importante fra le organizzazioni che hanno aderito all’accordo, l’USB, che hanno cercato e cercano di opporsi alla deriva corporativa della “loro” organizzazione, e, dall’altra, dei militanti di un sindacato refrattario al corporativismo, la CUB, che hanno operato per conquistare, anche sul terreno legale, i diritti che, per il loro rifiuto di sottomettersi, sono stati loro negati;
- abbiamo nel frattempo iniziato a ragionare su questioni che riteniamo di grande rilevanza, per un verso il cosiddetto “nuovo mutualismo”, un’area sociale che vede coinvolte masse rilevanti di lavoratori che sperimentano forme specifiche di integrazione e di sottomissione alle esigenze del mercato, che scoprono in forme nuove e specifiche il conflitto contro aziende che traggono legittimità dalla loro pretesa di svolgere un ruolo “sociale” in nome del quale pretendono di espungere il conflitto stesso dal loro ordinato funzionamento e, per l’altro, i tentativi di parte capitalista di ridimensionare il conflitto sociale ridimensionando il peso della forza lavoro nei processi produttivi ed i limiti di questi tentativi. Innovazione nella manifattura e forme dell’integrazione sociale, una questione sulla quale sarà necessario tornare;
- nel convincimento che è necessario collocare quanto viviamo più direttamente in un quadro internazionale pubblichiamo due corrispondenze dall’ “estero”, una situazione in Francia dove, dopo i recenti fatti, si sperimenta una micidiale stretta del controllo sociale, quella che abbiamo definito “guerra interna”.
- Infine la recensione dell’ultimo libro di Luciano Gallino, un ricordo di uno dei pochi veri intellettuali irregolari in un quadro di desolante normalizzazione e una breve scheda biografica sul compianto compagno Guido Barroero, che è recentemente mancato.
Fonte originale: Gennaio 2016
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