L’inizio della fine del Nuovo Ordine Mondiale

Ieri ho avuto il piacere di partecipare alla trasmissione radiofonica “Nuovo Mondo”, condotta dall’amico Sandro Siena, durante la quale inseme agli altri ospiti si discuteva del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale (quello dato in pasto all’opinione pubblica come un naturale, irreversibile “processo di globalizzazione”) e di come il progetto di instaurarlo, da parte degli USA e degli altri ben noti attori di questo dramma, sembra stia miseramente naufragando. Occupandomi degli aspetti geopolitici della questione, ho evidenziato come nel giro di poche settimane, nello scacchiere più delicato e problematico del piante, cioè il Medio Oriente, in seguito all’intervento militare russo in sostegno del legittimo governo siriano del Presidente Assad, la pluridecennale egemonia statunitense si sia sciolta come neve al sole. Detta in altre parole, il Re è nudo.

Il silenzio calato sulle vicende in Siria è emblematico dell’imbarazzo e della confusione in cui versano i media e i governi “occidentali”, letteralmente scompaginati dalla potenza, dalla professionalità e dalle capacità tecnologiche evidenziate dai russi contro i terroristi dell’ISIS. Sicuramente i raid aerei e missilistici di Mosca hanno causato, alle varie formazioni terroristiche operanti nel territorio siriano, di gran lunga più danni in un mese di quanto abbia fatto Washington in oltre un anno di bombardamenti.

Dopo il disperato tentativo di arginare le iniziative russe paracadutando una cinquantina di tonnellate di armi e munizioni presso le formazioni di ribelli “moderati”, l’amministrazione Obama adesso avrebbe intenzione di combattere l’ISIS con l’invio di un modesto contingente di corpi speciali da affiancare a questi ultimi.

I russi hanno chiaramente messo in guardia da questa iniziativa, che oltretutto non essendo concertata o richiesta dal legittimo governo della Siria, è assolutamente illegale. La forte impressione degli analisti geopolitici e militari più obiettivi, è che queste unità, assegnate a piccoli gruppi presso le formazioni combattenti “moderate”, più che combattere l’ISIS faranno letteralmente da “scudi umani” onde prevenire eventuali bombardamenti russi. Vi lascio immaginare cosa succederebbe se per fatalità (!) qualcuno di questi uomini rimanesse ucciso o ferito a causa di un raid operato dal Cremlino.

Insomma, nonostante i disperati tentativi di mantenere un’impossibile egemonia da parte degli USA (che contemporaneamente hanno pensato bene di andare in cerca di guai dalla Cina, tramite alcune provocazioni marittime nel Mar Cinese meridionale), il baricentro mondiale si sta velocemente spostando dall’Atlantico all’Asia, con la Russia e la Cina quali principali attori protagonisti di questo cambiamento epocale. Mentre riflettevo su tutto questo, non ho potuto evitare di pensare al Kazakistan, nazione emergente che unisce idealmente e geograficamente questi due grandi paesi; allo strano nome della sua capitale, Astana, anagrammaticamente significativo, e alla sua ancor più strana planimetria, con architetture palesemente espressive di un simbolismo tradizionalmente associato alla massoneria (le due colonne Jachin e Boaz presenti sul grande viale che porta al palazzo presidenziale, il Palazzo di Pace e Riconciliazione a forma di piramide e innumerevoli altri curiosi dettagli). Solo il tempo ci dirà come andranno le cose, se siamo testimoni di un cambiamento davvero “epocale” o se, come accaduto innumerevoli altre volte in passato, vale il gattopardesco “se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”.

Commenti

Post popolari in questo blog

Orge omosessuali in Vaticano, ecco i nomi degli ecclesiastici finiti sotto accusa

Fotovoltaico al grafene: potente quasi quanto l'uranio

Cairo-Dock 3.2 migliora il supporto per Multi-screen e Ubuntu 13.04