Il peggior Presidente di sempre?
I tempi della sfiducia politica e gli eventi funesti suggeriscono: Bush è il peggior presidente di sempre?
Ma è davvero così? Mickey Z. riassume diversamente: “Certo, è il peggior presidente dai tempi di Bill Clinton”.
Per credergli basta un ragguaglio storico e uno sguardo alle facce scolpite nel monte Rushmore.
Ecco Andrew Jackson, settimo presidente degli Stati Uniti, che cavalca con gli scalpi degli indiani appesa alla sella. Ed ecco anche Teddy Roosevelt mentre afferma: “La democrazia ha la sua giustificazione nel riservare i territori migliori del pianeta alla razza bianca […] a ogni immigrato che arriva qui dovrebbe essere richiesto di imparare l’inglese entro cinque anni o altrimenti di lasciare il paese […] qui c’è posto solo per un ‘americanismo’ al 100%, solo per coloro che sono americani e basta”.
Pensare ai democratici non fa stare meglio. Woodrow Wilson (1912-1920) fu colui che ordinò l’entrata in guerra degli Stati Uniti, una guerra ben più sanguinosa di quella irachena. Per non parlare della sua legge sullo spionaggio (Espionage Act) che non ha nulla da invidiare all’attuale Patrioct Act. Un megalo-maniaco che credeva che l’America fosse stata scelta da Dio “per essere esempio alle nazioni del mondo” e che pose le fondamenta dell’imperialismo americano.
E la lista continua.
Franklin Delano Roosevelt ignorò gli eventi legati all’Olocausto fino a che gli fu possibile e poi divenne lui stesso ideatore dei campi di prigionia americani, in cui vennero rinchiusi più di 100.000 giapponesi-americani.
Per Harry Truman basterebbero due parole: Hiroshima e Nagasaki. Ma si occupò anche di creare lo “stato nazionale militaristico di sicurezza” e la struttura della guerra fredda.
Il nome di John F. Kennedy rimarrà per sempre legato all’invasione del Vietnam e alla guerra al terrorismo contro Cuba e, proprio durante la sua presidenza, la Casa Bianca cominciò ad avallare i massacri in Iraq. Mentre il nome di Jimmy Carter rievoca i conflitti in America centrale, Timor Est, Afghanistan.
Poi è il turno di Bill Clinton. Al suo attivo, l’ex presidente democratico ha: il rifiuto dell’asilo ai rifugiati haitiani e l’ambiguo sostegno ai militari al potere, l’aumento del budget destinato al Pentagono, l’inasprimento delle sanzioni contro Cuba, Iran e Libia, l’appoggio a un corrotto Boris Yeltsin, la firma del Nafta, l’aumento di 25 milioni di dollari del budget del Pentagono. Suo anche l’assedio medievale all’Iraq, che costò oltre un milione di vite umane, mentre il paese veniva attaccato, in media, una volta ogni tre giorni: la più lunga campagna di bombardamenti anglo-americani della storia. E l’attacco del 1999 alla Serbia, definito “una crociata morale”, con il bombardamento di: trasporti pubblici, industrie non belliche, impianti per la lavorazione del cibo, ospedali, scuole, musei, chiese, fattorie, eremi e monasteri. Mentre per l’ambiente: l’indebolimento della legge sulle protezione delle specie in via di estinzione (Endangered Species Act), l’indebolimento della legge sulla sicurezza dell’acqua potabile (Safe Drinking Water Act) e la concessione all’esportazione del petrolio dell’’Alaska.
Il 21 luglio 1996, David Brower, uno dei più grandi ambientalisti del secolo, scrisse un articolo su Los Angeles Times: “Il presidente Clinton ha fatto più danni all’ambiente in tre anni di quanto non abbiano fatto i presidenti Bush e Reagan in dodici”.
Tanto per fare un paragone: l’ammontare totale del disboscamento delle foreste nazionali avvenuto durante i primi tre anni di mandato di Bush junior è stato inferiore a quello che annualmente avveniva nell’era Clinton. E, infine, ricordiamo il bombardamento di un impianto farmaceutico in Sudan per distrarre l’attenzione dall’impeachment e la legge sulla pena di morte firmata nel 1996.
Bush, peggior presidente di sempre? Bella lotta …
Ma è davvero così? Mickey Z. riassume diversamente: “Certo, è il peggior presidente dai tempi di Bill Clinton”.
Per credergli basta un ragguaglio storico e uno sguardo alle facce scolpite nel monte Rushmore.
Ecco Andrew Jackson, settimo presidente degli Stati Uniti, che cavalca con gli scalpi degli indiani appesa alla sella. Ed ecco anche Teddy Roosevelt mentre afferma: “La democrazia ha la sua giustificazione nel riservare i territori migliori del pianeta alla razza bianca […] a ogni immigrato che arriva qui dovrebbe essere richiesto di imparare l’inglese entro cinque anni o altrimenti di lasciare il paese […] qui c’è posto solo per un ‘americanismo’ al 100%, solo per coloro che sono americani e basta”.
Pensare ai democratici non fa stare meglio. Woodrow Wilson (1912-1920) fu colui che ordinò l’entrata in guerra degli Stati Uniti, una guerra ben più sanguinosa di quella irachena. Per non parlare della sua legge sullo spionaggio (Espionage Act) che non ha nulla da invidiare all’attuale Patrioct Act. Un megalo-maniaco che credeva che l’America fosse stata scelta da Dio “per essere esempio alle nazioni del mondo” e che pose le fondamenta dell’imperialismo americano.
E la lista continua.
Franklin Delano Roosevelt ignorò gli eventi legati all’Olocausto fino a che gli fu possibile e poi divenne lui stesso ideatore dei campi di prigionia americani, in cui vennero rinchiusi più di 100.000 giapponesi-americani.
Per Harry Truman basterebbero due parole: Hiroshima e Nagasaki. Ma si occupò anche di creare lo “stato nazionale militaristico di sicurezza” e la struttura della guerra fredda.
Il nome di John F. Kennedy rimarrà per sempre legato all’invasione del Vietnam e alla guerra al terrorismo contro Cuba e, proprio durante la sua presidenza, la Casa Bianca cominciò ad avallare i massacri in Iraq. Mentre il nome di Jimmy Carter rievoca i conflitti in America centrale, Timor Est, Afghanistan.
Poi è il turno di Bill Clinton. Al suo attivo, l’ex presidente democratico ha: il rifiuto dell’asilo ai rifugiati haitiani e l’ambiguo sostegno ai militari al potere, l’aumento del budget destinato al Pentagono, l’inasprimento delle sanzioni contro Cuba, Iran e Libia, l’appoggio a un corrotto Boris Yeltsin, la firma del Nafta, l’aumento di 25 milioni di dollari del budget del Pentagono. Suo anche l’assedio medievale all’Iraq, che costò oltre un milione di vite umane, mentre il paese veniva attaccato, in media, una volta ogni tre giorni: la più lunga campagna di bombardamenti anglo-americani della storia. E l’attacco del 1999 alla Serbia, definito “una crociata morale”, con il bombardamento di: trasporti pubblici, industrie non belliche, impianti per la lavorazione del cibo, ospedali, scuole, musei, chiese, fattorie, eremi e monasteri. Mentre per l’ambiente: l’indebolimento della legge sulle protezione delle specie in via di estinzione (Endangered Species Act), l’indebolimento della legge sulla sicurezza dell’acqua potabile (Safe Drinking Water Act) e la concessione all’esportazione del petrolio dell’’Alaska.
Il 21 luglio 1996, David Brower, uno dei più grandi ambientalisti del secolo, scrisse un articolo su Los Angeles Times: “Il presidente Clinton ha fatto più danni all’ambiente in tre anni di quanto non abbiano fatto i presidenti Bush e Reagan in dodici”.
Tanto per fare un paragone: l’ammontare totale del disboscamento delle foreste nazionali avvenuto durante i primi tre anni di mandato di Bush junior è stato inferiore a quello che annualmente avveniva nell’era Clinton. E, infine, ricordiamo il bombardamento di un impianto farmaceutico in Sudan per distrarre l’attenzione dall’impeachment e la legge sulla pena di morte firmata nel 1996.
Bush, peggior presidente di sempre? Bella lotta …
Commenti
Posta un commento