Tre modi in cui i palestinesi possono mettere Israele di fronte alle proprie responsabilità per i crimini di guerra commessi a Gaza
A partire dalla prima bomba israeliana che ha distrutto abitazioni
palestinesi come parte del recente attacco militare a Gaza, numerose
organizzazioni per i diritti umani hanno sollevato accuse di crimini di guerra israeliani.
Ad esempio, Human Rights Watch ha documentato
testimonianze di civili palestinesi che sono stati sparati uccisi
mentre stavano scappando da Khuza’a, un villaggio vicino alla linea di
separazione tra Israele e Gaza. Il Consiglio per i Diritti Umani delle
Nazioni Unite ha istituito un’indagine per analizzare le accuse di
crimini di guerra da entrambe le parti.
Ma la domanda scottante è se i soldati o i comandanti israeliani
saranno ritenuti responsabili dei presunti crimini. Tale responsabilità
non è probabile che venga dall'interno del sistema giudiziario
israeliano. Le richieste di risarcimento presentate ai tribunali civili
israeliani sono di non hanno di solito successo. L’esercito israeliano indaga su specifiche accuse di crimini di guerra, ma secondo l'organizzazione israeliana per i diritti umani B'Tselem
“non vi è attualmente alcun organismo ufficiale in Israele in grado di
condurre indagini indipendenti sulle presunte violazioni del diritto
umanitario internazionale.” Dopo l’attacco di Israele a Gaza del 2009,
solo quattro soldati sono stati condannati per crimini di guerra, con la
più dura condanna – sette mesi di carceri – a causa del furto di una
carta di credito.
Sebbene le prospettive di mettere Israele di fronte alle proprie
responsabilità siano sottili, ci sono tre percorsi separati che i
palestinesi e i loro sostenitori possono intraprendere per chiedere
giustizia. Eccone la spiegazione:
1. Corte Penale Internazionale
Questa è la possibilità centrale per i palestinesi - e una a cui
l'Autorità Palestinese (AP) ha finora resistito dal 2012, da quando le
Nazioni Unite hanno votato per concedere alla Palestina lo status di
Stato osservatore nell'organismo internazionale. Quel voto ha dato allo
Stato di osservatore il potere di concedere alla CPI la giurisdizione
sui crimini commessi sul territorio palestinese. (Prima del voto delle
Nazioni Unite, la Corte Penale Internazionale aveva annunciato di non
avere giurisdizione sui crimini in territorio palestinese, perché non poteva decidere se la Palestina fosse uno Stato.)
I palestinesi non hanno ancora esercitato tale potere. Gli Stati Uniti e
Israele sono fortemente contrari ad un'offerta all’AP per aderire allo
Statuto di Roma, il trattato che ha istituito la Corte Penale
Internazionale. La corte è stata creata nel 2002 per perseguire sui
responsabili di gravi crimini che violano il diritto internazionale.
I palestinesi hanno lentamente cominciato a compiere passi verso la firma del trattato. Come Allison Deger, di Mondoweiss, ha osservato, i funzionari palestinesi hanno redatto le lettere
per aderire allo Statuto di Roma. Un'altra possibilità è che i
funzionari palestinesi potrebbero anche presentare una dichiarazione per
cercare la giurisdizione della CPI, una mossa che in precedenza non era
riuscita a causa del loro mancante status riconosciuto di Stato. Hamas è
favorevole all’unirsi alla CPI, anche se i loro lanci di razzi sugli
israeliani sarebbero probabilmente oggetto di indagine.
Se i palestinesi decidessero di firmare lo Statuto di Roma, Abbas
potrebbe chiedere un'indagine sui crimini commessi a Gaza. Ciò
innescherebbe una reazione dagli Stati Uniti e da Israele, e potrebbe
portare a tagli degli aiuti all'Autorità Palestinese.
L'altra opzione sarebbe che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni
Unite riferisca il caso alla CPI, come suggerì il rapporto Goldstone
delle Nazioni Unite. Ma dal momento che gli Stati Uniti hanno potere di
veto, questa opzione è morta sul nascere.
2. Giurisdizione universale
Questo principio dell’era dei processi di Norimberga sostiene che
qualsiasi Stato, in tutto il mondo, ha giurisdizione sui più gravi
crimini del diritto internazionale. I crimini inclusi in questa categoria
sono violazioni come i crimini di guerra, il genocidio, la tortura e i
crimini contro l'umanità. Molti Stati hanno leggi che prevedono la
giurisdizione universale. Figure come il dittatore cileno Augusto
Pinochet sono state incriminate e detenute in base a tale principio. Ma considerazioni politiche e questioni giuridiche hanno, in molti casi, impedito l'esercizio della giurisdizione universale.
Ogni Stato che ha leggi che autorizzano la giurisdizione universale
potrebbe concettualmente presentare un caso contro i soldati israeliani o
i funzionari responsabili per indagare l'ultimo assalto a Gaza.
Tuttavia, la storia sulle responsabilità riconosciute per presunti
crimini di guerra è alquanto triste.
Il caso più famoso è stato aperto in Spagna contro Avi Dichter, ex
direttore dello Shin Bet, che ha ordinato un attacco aereo israeliano
alla casa del membro di Hamas Saleh Shehadeh, a Gaza. L'attacco ha
ucciso Shehadeh, la moglie, la figlia e un certo numero di altri civili
che vivevano nelle vicinanze. Il Centro Palestinese per i Diritti Umani
(PCHR) ha presentato accuse di crimini contro l'umanità contro Dichter
in Spagna, e un giudice ha deciso di aprire un caso nel 2009. Ma in quello stesso anno, il caso è stato chiuso.
Il Centro per i Diritti Costituzionali aveva presentato una causa contro Dichter
negli Stati Uniti per lo stesso attacco, ma una corte d'appello ha
rifiutato di continuare a portare avanti il caso, rinviandosi ai
desideri del ramo esecutivo.
E per molti anni, i funzionari israeliani hanno avuto timore di
viaggiare nel Regno Unito, poiché secondo il diritto britannico, i
cittadini possono presentare casi di giurisdizione universale contro gli
stranieri in visita. Nel 2005, l'ex ufficiale militare israeliano Doron
Almog, è fuggito dalla Gran Bretagna dopo esservi atterrato. I
funzionari di sicurezza britannici lo stavano aspettando all'aeroporto
per arrestarlo, ma Almog non ha mai attraversato il controllo di
frontiera britannica.
Dopo un’intensa attività di lobbying da parte di funzionari
israeliani, la Gran Bretagna ha cambiato la propria legge sulla
giurisdizione universale nel 2011, anche se Haaretz ha riferito che anche durante l'anno successivo i funzionari israeliani temevano ancora di viaggiare nel Regno Unito per paura di essere intrappolati nel sistema giuridico.
3. Corte di Giustizia Internazionale
La Corte Internazionale di Giustizia è l'organo giudiziario ufficiale
delle Nazioni Unite. La possibilità di riferire casi alla Corte
Internazionale di Giustizia, però, è limitata. Il percorso principale è
che entrambi gli Stati concordino sul sottoporre il caso alla Corte. Una
decisione in questo tipo di casi sarebbe vincolante. Nel caso dei
palestinesi, questo è altamente improbabile. Israele e i palestinesi non
sono in procinto di concordare di inviare controversie a un tribunale
internazionale.
Un altro percorso è quello di far sì che l'Assemblea Generale delle
Nazioni Unite, su richiesta dei palestinesi, invii il caso alla Corte
attraverso un voto. Questa sarebbe una decisione consultiva non
vincolante, proprio come quando la Corte Internazionale di Giustizia
sentenziò nel 2004 che la barriera di separazione gli insediamenti di
Israele in Cisgiordania erano illegali secondo il diritto
internazionale.
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