Il Comune di Torino abbandona Windows per Linux

Passando all'open source, risparmierà 6 milioni di euro in cinque anni.

L'amministrazione comunale di Torino, guidata dal sindaco Piero Fassino, ha deciso di abbandonare Windows. 

La scelta si inquadra nel piano del taglio di costi per evitare l'insolvenza e coglie l'occasione rappresentata dalla cessazione del supporto a Windows XP, di cui è ancora dotato l'80% computer comunali. 

Al posto del sistema di Microsoft verranno adottate alternative open source: si parla di Ubuntu Linux come sistema operativo e OpenOffice come suite da ufficio. 

Il piano è stato presentato all'ultima riunione del Codir, la cabina di regia dei dirigenti del Comune di Torino, dallo stesso direttore generale Gianmarco Montanari. 

Si prevede che, a regime, il risparmio sarà di 6 milioni di euro in cinque anni: circa 300 euro in meno di costi per ognuno degli 8.300 PC dell'amministrazione. 

Un eventuale passaggio a Windows 8 - aveva stimato il Comune - sarebbe costato 22 milioni di euro tra licenze, nuovi computer, assistenza tecnica e installazioni. 

Si prevede che per completare la transizione ci vorranno 18 mesi.

Quello di Torino non è peraltro l'unico caso: a Parma, per esempio, il 20% dei computer del comune sono passati al software libero; Empoli ha deciso di affidarsi all'open source per la posta elettronica; Udine già a giugno ha avviato la medesima transizione scelta dal capoluogo piemontese, così come ha fatto che Trieste. 

Non bisogna poi dimenticare che Bolzano ha compiuto lo stesso percorso già nel 2009 e che diversi comuni dell'Emilia Romagna, tra cui Modena e Bologna, si sono mossi in questa stessa direzione.







zeusnews.it

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