TOR sotto attacco, anonimato in pericolo
Per mesi alcuni hacker hanno violato la rete.
«Gli utenti che hanno gestito o utilizzato dei servizi nascosti
dall'inizio di febbraio al 4 luglio devono presumere di essere stati
colpiti».
È con queste parole che il progetto TOR rivela l'attacco di cui è stato vittima negli scorsi mesi, presumibilmente a partire dal 30 gennaio.
In quella data, infatti, alla rete TOR si sono aggiunti dei relay realizzati con lo scopo di privare gli utenti dell'anonimato: l'obiettivo era individuare i gestori degli hidden services (i "servizi nascosti, per l'appunto), scoprendone gli indirizzi IP reali.
Per riuscire nel loro intento, gli hacker
che hanno attaccato la rete TOR hanno adoperato una vulnerabilità che è
stata corretta nelle versioni più recenti, che è dunque importante
iniziare subito a utilizzare se ancora si sta usando una vecchia
versione.
TOR viene utilizzato da tutti quegli utenti che preferiscono conservare
il proprio anonimato in Rete: oltre a chi semplicemente dà valore alla
propria privacy,
vi sono infatti persone che devono affidarsi a un servizio di
anonimizzazione per evitare che le loro attività li mettano in pericolo.
Per questo motivo TOR è ampiamente utilizzato dai dissidenti politici di
quei regimi in cui la libertà di parola non è garantita. Inoltre, le
caratteristiche di TOR attirano anche l'attenzione di criminali che
sfruttano le possibilità di questo sistema per portare avanti i propri
traffici illegali (basti pensare al famoso caso di Silk Road).
Quanto alle conseguenze dell'attacco, gli sviluppatori di TOR ritengono che «chi
ha eseguito l'attacco non sia stato in grado di vedere il traffico a
livello di applicazione (ossia quali pagine sono state caricate o se gli
utenti abbiano visitato un servizio nascosto)».
L'obiettivo, in ogni caso, non era costituito dai singoli utenti che
adoperano TOR per nascondere la propria identità, ma dai servizi che
operano sulla rete.
Per quanto riguarda gli autori dell'attacco, invece, le ipotesi sono
diverse; la prima coinvolge la Russia, che meno di un mese fa ha messo
una "taglia" da circa 80.000 euro su TOR: l'obiettivo è «deanonimizzare» gli utenti di TOR per «assicurare la difesa e la sicurezza della nazione».
In questo panorama rientrano anche le autorità USA: il governo
americano, infatti, da un lato è tra i finanziatori del progetto, mentre
dall'altro - tramite la NSA - cerca di trovare il modo di decrittare le
comunicazioni.
zeusnews.it
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