Vaccini pericolosi: inchiesta giudiziaria in corso

La magistratura tricolore indaga a fondo? «Fascicolo trasmesso per competenza» così si è espresso il sostituto procuratore Lucia Terzariol il 26 maggio scorso. La Procura della Repubblica di Udine ha trasferito per competenza alla Procura di Roma il 14 marzo 2017 il fascicolo relativo al procedimento penale “1059/17 Ignoti”. Con la salute degli esseri umani non si specula.


Il 9 marzo scorso, Luca Scantamburlo, padre di due figli, con un passato da giornalista, ha sporto denuncia e ha peraltro segnalato all’autorità giudiziaria, nonché invano ai mass media:

«NOTIZIA di una CONFIDENZA / RICHIESTA DI AIUTO DA PARTE DI UN DIRIGENTE ASL DI I FASCIA, MEDICO, IN SERVIZIO ALLA AIFA, CHE PARLA IN RETE DI UN "DRAMMATICO" PROBLEMA DI SICUREZZA PRESENTE NEI VACCINI. In riferimento a tale confidenza scritta rilasciata da un addetto ai lavori, di pubblico dominio e da me individuata in un social network di discipline scientifiche in lingua inglese, dedicato ad addetti ai lavori, il sottoscritto si attiverà a giorni, con le Autorità, e invierà loro formalmente il suo nominativo (in chiaro, perché l'addetto ai lavori si è firmato con nome e cognome) ed ogni altro dato utile per comprendere se l'identità dichiarata dal medico sia corrispondente al vero, e se vi siano stati problemi di trasparenza ed ostacoli incontrati da dirigenti ed operatori AIFA».  


Cinque mesi fa il signor Scantamburlo, ha scoperto che negli Stati Uniti d’America già negli anni ’80 - in base a quanto evidenziato in un'informativa all’istituto superiore di sanità del 10 maggio scorso a firma dell’avvocato Giuseppe Ursini per conto del Codacons - «secondo le analisi su alcuni campioni di vaccini, evidenziano contaminazione dei medesimi ed in particolare la carenza di sicurezza per la salute».

D’altronde, anche  la vaccinista Organizzazione mondiale della sanità, e pure le multinazionali farmaceutiche nelle loro carte segrete, hanno già attestato la pericolosità dei vaccini, eppure in Italia le autorità di ogni ordine e grado sono sorde all’evidenza dei fatti e con un abuso di potere, si accingono ad imporre un trattamento sanitario obbligatorio di massa a neonati, bambini e adolescenti sani.

Il cittadino Scantamburlo non si è perso d’animo e ha scritto alle massime autorità italiane: addirittura ha scomodato i senatori, i giornalisti e perfino l’assessore regionale al ramo “salute” del Friuli Venezia Giulia, tale Maria Sandra Telesca. A tutt’oggi, però, nessuno si è fatto ancora vivo, neppur dal porto delle nebbie capitolino. Eppure i reati istituzionali in corso sono di una gravità inaudita. Allora c'è un giudice a Berlino o bisogna attendere l'intervento divino?






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