Piero Longo: << In Parlamento non ci vado mai ma lo stipendio lo prendo lo stesso >>
Il porcellum fa schifo, lo dicono tutti. Eppure è dal 21 dicembre 2005 (giorno della sua approvazione) che nessuno lo tocca. Il 13 maggio scorso Letta annunciò una nuova legge elettorale entro 100 giorni, ma anche oggi che di giorni ne sono passati 135, nulla pare muoversi.
Tra le gravi pecche c'è il sistema algebrico con cui vengono stabilite
le maggioranze (ai tempi calibrate per far vincere un preciso partito,
oggi criticate da chi ne esce con quote minoritarie rispetto alle
previsioni), ma soprattutto l'eliminazione delle preferenze. Il fatto
che i partiti possano stabilire in completa autonomia chi mettere al
potere (senza che i cittadini abbiano alcun voce in capitolo) fa sì che
la politica sia cambiata e che i parlamentari non abbiano più alcuna
convenienza a difendere i diritti di dei cittadini (ormai ininfluenti
nel decidere le poltrone), ma possano propendere per difendere i poteri
forti che li hanno messi lì o che potranno offrirgli un appoggio per la
legislatura successiva.
In quest'ottica non stupisce che le leggi emanate possano contenere forzature come i cavilli salva-vescovi che hanno trasformato una legge contro l'omofobia in una norma che la legittima.
In quest'ottica non stupisce che le leggi emanate possano contenere forzature come i cavilli salva-vescovi che hanno trasformato una legge contro l'omofobia in una norma che la legittima.
Un conto, però, è sapere che c'è del torbido, un'altro è che gli interessi personali ci vengano addirittura sbattuti in faccia. È il caso di Piero Longo, noto come l'avvocato di Silvio Berlusconi ma anche onorevole in quota al Pdl. Nell'ultima legislatura è stato presenta a solo 21 votazioni elettroniche su 1.203, praticamente con più del 98% di assenze. Eppure, ospite della trasmissione radiofonica La Zanzara, non si è certo mostrato pentito: «È vero -ha dichiarato- non vado mai alla Camera, ci vado rarissimamente, e non mi sento in colpa. Non ci vado perché faccio quello che voglio, la Costituzione me lo consente, e poi la politica non si fa in un Palazzo dove si perde tempo. Non vado anche per fare un piacere ai grillini e ai miei avversari, così hanno un avversario in meno. Dovrebbero essere contenti». Alla domanda dei conduttori sul perché non si sia ancora dimesso dato che sta continuando a percepire lo stipendio (oltre 12mila euro netti al mese, ndr), Longo ha risposto: «Certo che continuo a prenderlo. Il popolo si incazza? Ma quale popolo... Sensi di colpa? No, il senso di colpa è una stupidaggine. Quando vado alla Camera mi sento in colpa solo con me stesso. Mi chiedo cosa sto a fare lì a perdere tempo, e ho pure un'età avanzata».
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