Una legge pro-Monsanto assicura il via libera agli OGM
Il colosso dell’agribusiness
Monsanto è il maggiore produttore mondiale di sementi geneticamente
modificate (OGM). Gli alimenti e gli ingredienti OGM sono tossici: il
loro consumo è rischioso. Vari studi indipendenti lo dimostrano.
La
Monsanto e gli altri colossi dell’agribusiness vogliono un brevetto
per tutte le forme di vita animali e vegetali: vogliono il controllo
totale sugli alimenti nel mondo. Il presidente Obama ha promesso
l’etichettatura degli OGM negli Stati Uniti, ma non ha fatto nulla
per renderla obbligatoria. Lo zar del settore alimentare, l’ex
dirigente della Monsanto Michael Taylor, attualmente è
vice-commissario della FDA per gli alimenti.
Il
26 marzo Obama ha firmato il cosiddetto “Atto per la protezione
della Monsanto”. Si tratta della clausola “Garanzia per i
produttori agricoli” contenuta nell’HR 933, la legge finanziaria
del 2013. Essa consente di aggirare le decisioni giudiziarie: se i
tribunali sentenziano che gli OGM sono rischiosi, la Monsanto è
libera di ignorarli, e così anche il Segretario all’Agricoltura.
Prima
della promulgazione della legge, oltre 250.000 persone hanno firmato
una petizione presentata alla Casa Bianca, ma il presidente Obama le
ha ignorate.
Food
Democracy Now spiega: “Questa norma pericolosa, l’Atto per la
protezione della Monsanto, priva i giudici del loro ruolo
costituzionale di tutela dei diritti dei consumatori, dei coltivatori
e dell’ambiente, e intanto dà il via libera alla creazione di
nuove colture geneticamente modificate per cui non sono stati svolti
test: così si mettono a rischio i coltivatori, i cittadini e
l’ambiente”.
La
Monsanto esercita un’influenza fortissima. Nel 2012 ha speso quasi
6 milioni di dollari in “manovre di corridoio” e altre centinaia
di migliaia di dollari in campagne parlamentari. Ogni anno spende
milioni per condurre indagini su possibili violazioni di brevetti
agricoli. Prende di mira i referendum e le leggi contrarie agli OGM.
Vuole avere il controllo degli alimenti a livello mondiale.
E, se
nessuno la ferma, è sulla buona strada per riuscirci.
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