Contrordine: forse non c'è un limite alla longevità umana
La durata massima della vita umana non ha un limite invalicabile, ma potrebbe continuare ad aumentare. Lo sostiene una nuova ricerca, che ha rivisto i dati usati da uno studio precedente secondo il quale 115 anni sarebbero il massimo raggiungibile, e ne contesta le conclusioni.
La durata della vita umana potrebbe non avere un limite biologico invalicabile. A sostenerlo - in netto contrasto con uno studio dello scorso anno a firma di Dong e colleghi che suggeriva un limite di 115 anni - sono due ricercatori della McGill University, Bryan G. Hughes e Siegfried Hekimi, che hanno rivisto i dati e i modelli statistici usati da Dong. La ricerca di Hughes e Hekimi è pubblicata su "Nature".
Si discute da tempo se la durata della vita umana è soggetta a un limite intrinseco. Le attuali conoscenze della biologia dell'invecchiamento sembrano escludere che esista un termine geneticamente programmato della vita. Tuttavia, poiché l'invecchiamento è dovuto al progressivo accumulo di vari tipi di danni, molti dei quali sembrano sottoprodotti inevitabili dei normali processi molecolari e cellulari, con il passare del tempo gli effetti di quei danni si fanno sentire sempre più, aumentando il rischio di morte. Anche senza una programmazione genetica della lunghezza della vita, insomma, potrebbe esserci comunque un limite invalicabile.
Nel loro studio dello scorso anno, Dong e colleghi concludevano, sulla base di considerazioni statistiche, che la curva dell'invecchiamento si stava appiattendo e avrebbe raggiunto un plateau intorno ai 115 anni, sia pure con minime oscillazioni statistiche. I casi come quelli di Jeanne Calment, la francese deceduta nel 1997 alla più che veneranda età di 122 anni, e di Emma Morano, l'italiana scomparsa l'aprile scorso a 117 anni, non sarebbero quindi altro che eccezioni che confermano la regola.
Secondo Hughes e Hekimi, invece, l'esistenza di quel plateau è solo un artefatto statistico legato a diversi fattori,
fra cui le scansioni temporali considerate dagli autori del precedente studio (due intervalli: 1968 - 1994 e 1995 - 2006) e l'esiguità del campione di ultracentenari presi in esame.
I due ricercatori hanno quindi mostrato che allo stato attuale, piccole variazioni nei presupposti statistici di partenza possono portare anche ad altri scenari: uno in cui si raggiunge comunque un limite, ma a un età superiore, e uno in cui non esiste alcun limite.
"Di fatto non sappiamo se e quali limiti di età ci potrebbero essere. Si può dimostrare che la durata massima e la durata media della vita potrebbero continuare ad aumentare, anche molto, nel prossimo futuro", spiega Hekimi. "Trecento anni fa, molte persone avevano solo una vita breve. Se avessimo detto loro che un giorno la maggior parte degli esseri umani avrebbe potuto vivere fino a 100 anni, ci avrebbero preso per pazzi".
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