Siamo ancora esseri umani? No, siamo solo merci
Dalla macchina all’uomo: la sequenza è solo l’inizio. La nascita dell’Homo geneticus è stata annunciata ufficialmente il 26 giugno dell'anno 2000 alla White House di Washington. Il presidente Bill Clinton e il premier Tony Blair (entrambi responsabili impuniti di genocidi) in collegamento via satellite da Londra, si sono presentati al mondo circondati da scientisti di chiara fama. Clinton ha detto che l’umanità ha in mano una nuova possibilità, senza dubbio la più importante e straordinaria tra tutte quelle di cui può disporre. Essa darebbe agli esseri umani la possibilità «di comprendere la lingua con cui Dio ha creato la vita». Clinton parlava del genoma umano, vale a dire del complesso di cromosomi la cui sequenza, costituita da tre miliardi di elementi (coppie di basi), veniva proprio allora resa nota in parte all’opinione pubblica. Gli scientisti foraggiati con denaro pubblico e privato proveniente anche dall’industria della guerra, avevano promesso che quella scoperta avrebbe migliorato la salute degli umani, e assicurato che il codice del DNA avrebbe offerto la possibilità di curare in modo innovativo i mali ereditari e molte malattie. Ben 17 anni fa non sono state lesinate le promesse all’umanità. Il presidente degli Stati Uniti d’America annunciava trionfalmente che negli anni a venire sarebbero stati sconfitti il morbo di Alzheimer, il morbo di Parkinson, il diabete e il cancro. Invece nessuna promessa roboante e altisonante è stata mai mantenuta. Il genoma di cui era stata resa nota la scoperta avrebbe migliorato la vita di tutti gli esseri umani sulla terra. Intanto, oggi, si possono acquistare a caro prezzo, i prodotti commerciali che favoriranno nell’aldilà il raggiungimento di questo traguardo.
La storia si ripete con nuovi attori ma con dinamiche simili. All’inizio del XX secolo l’eugenetica era una teoria molto popolare che aveva parecchi proseliti, come adesso il transumanesimo. In Norvegia e in Svezia ci sono stati numerosi casi di sterilizzazione di “alienati mentali”, devianti e omosessuali. L’eugenetica ha fornito alla dittatura tedesca la giustificazione per la discriminazione e il genocidio. Il 18 agosto 1939 in Germania è stato promulgato l’obbligo di denuncia dei neonati che avevano malformazioni. La Germania nazista doveva essere ripulita per molto tempo dalle persone con disabilità. Negli Stati Uniti d’America fino alla fine degli anni ’70, almeno 100 mila tra uomini e donne sono stati obbligati a farsi sterilizzare perché si supponeva fossero affetti da malattie ereditarie, mentre il governo USA sottoponeva l'ignara popolazione e gli stessi militari a test nucleari (Clinton ha chiesto scusa, per tali atrocità realizzate dalle autorità, appena mezzo secolo dopo).
La biologia moderna ha riesumato la teoria eugenetica. I genetisti inglesi Gordon Ferns e David Galton affermano che l’eugenetica può ormai essere definita come “l’impegno della scienza a migliorare il genoma umano dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo” (D. Galtgon, G. Ferns, Genetic Markers to Predict Polygenic Disease: a New problem for Social Genetics, “QJ. Med”, n. 92, 2002, pp. 223-232). I caratteri ereditari considerati negativi vengono eliminati. A Chicago una donna di 30 anni, genetista di mestiere, ha sottoposto a un test mutazionale alcuni embrioni prima di introdurli nel suo utero con un processo di fecondazione artificiale; ciò per verificare se i figli che sarebbero potuti nascere avrebbero corso il rischio di contrarre prematuramente il morbo di Alzheimer. Quattro degli embrioni che non avevano subito mutazioni son stati impiantati nella donna, e da uno di questi è nata una bambina (D. Josefson, Doctors Successfully Screen Embryos for Gene Mutation Linked to Early Onset Alzheimer’s, “British Medical Journal”, n. 324, 2002, p. 562).
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