Soldi sporchi a chi decide i vaccini obbligatori
Condizionati, anzi sul libro paga delle multinazionali farmaceutiche. Tra miliardi di euro, intrallazzi, corruzione, comparaggio, congressi e corsi di formazione c’è di mezzo la salute dei bambini italiani. L’ultimo piano nazionale di prevenzione vaccinale datato 17 gennaio 2017, proprio all’ultima pagina (90), specifica che il documento «è stato formulato con il contributo di SItI, FIMG, FIMP, SIP, Università di Tor Vergata». Ben 3 su 4 di queste associazioni mediche intascano denaro dalle 4 più grandi produttrici di vaccini: Glaxo Smith Kline, Pfizer, Sanofi e Merck. Un conflitto d’interessi incredibile. Tanto per riportare qualche esempio concreto: la Federazione Italiana di medici di famiglia nel 2015 ha intascato 750 mila euro da Merck per corsi di formazione, la Federazione Italiana Medici Pediatri ha preso 94 mila euro da Glaxo Smith Kline e Pfizer, mentre la Società Italiana di Pediatria ha guadagnato circa 64 mila euro da Glaxo Smith Kline, Pfizer e Sanofi per organizzazione di eventi e sponsorizzazioni. L’università di Tor Vergata ha preso quattrini anche dall’industria bellica svizzera Oerlikon. «C’è un conflitto d’interesse che stiamo cercando in qualche modo di risolvere» ha commentato il presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone.
A beneficiare dei soldi delle Big Pharma ci sono anche le fondazioni legate a partiti, però di queste, oltre il 90 per cento non hanno mai reso pubblica l’entità e la provenienza dei propri fondi, anche in virtù del vuoto legislativo.
C’è un unico filo nero, una sola trama oscura. Per la cronaca: il 27 settembre 2016 Matteo Renzi ha presenziato a Verona ad una kermesse particolare. « La sede GSK è stata scelta dal Premier Renzi, dal Ministro dello Sviluppo Economico Calenda e da Confindustria per ospitare questo importante appuntamento del programma di Governo che si propone di incoraggiare innovazione ed investimenti da parte delle imprese di grandi, medie e piccole dimensioni, purché accomunate dalla voglia di fare e competere, con il contributo del sistema universitario per sfornare le migliori competenze e idee per un futuro ancora in grande divenire».
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