Birmania: il petrolio dei disperati
Disperati che si contendono pozzi da 25 barili al giorno a coltellate. Paesi poveri, petrolio poverissimo.
Il mercato nero delle ultime gocce di petrolio. A questo siamo ridotti? Raccontavamo già anni fa che la Birmania è seduta
su un discreto lago di petrolio (c'è anche il gas): sarà anche robaccia
solforata di pessima qualità ma coi tempi che corrono non fa schifo a
nessuno.
Ebbene, ora dalla Birmania arriva una storia che fa il paio con le raffinerie fai-da-te nella Siria sconvolta della guerra civile. Il campo petrolifero di Dahatpin, o meglio quello che ne resta dopo lo sfruttamento e l'abbandono
da parte di Moge (la compagnia nazionale per gli idrocarburi), è
diventato terra di nessuno dove la gente fa a coltellate per
accaparrarsi uno dei 40.000 pozzi illegali. Alcuni arrivano a produrre 25 barili al giorno, ma è la migliore delle ipotesi: e si verifica molto, molto di rado.
A Dahatpin accorrono disperati dai villaggi vicini, fioriscono spaccio di droga e di alcolici e la prostituzione; vige la legge della giungla e della mazzetta: poliziotti e funzionari ricevono la loro parte perchè chiudano un occhio e anzi tutti e due.
Quegli sporchi barili (sporchi i tutti i sensi: petrolio scadente ed
estratto da disperati che tengono il coltello in tasca per difendere
il magro bottino) prendono poi la via delle raffinerie situate nella
vicina città di Monywa.
Non è dato di sapere quanto venga pagato
il petrolio proveniente dal mercato nero e quanto resti in tasca a chi
lo ha estratto, al netto delle mazzette e di altre spese necessarie per
difendere il bottino: non risulta comunque che a Dahatpin si sia
arricchito nessuno. Non si sa dove venga smerciato quel po' di petrolio ma lo si può facilmente immaginare: sui mercati internazionali, insieme a quello estratto alla luce del sole.
Comunque
a questi siamo arrivati: a una fame mondiale di petrolio così nera che
ai poveracci tocca raschiare il fondo del barile. E per certi versi poveracci siamo anche noi. Poveraccia è l'Italia, che facilita la trafila a chiunque voglia bucare la terra e il mare. E' sempre così: quando si vuota un calice, le ultime gocce sono le più amare.
petrolio.blogosfere.it
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