UE, i dazi sui pannelli solari cinesi perdono il supporto di alcuni stati

La maggioranza dei governi Ue si oppone a un progetto che prevede l'imposizione di pesanti dazi sulle importazioni di pannelli solari dalla Cina, mettendo a rischio gli sforzi di Bruxelles per mettere sotto pressione Pechino relativamente alle sue pratiche commerciali, secondo quanto emerge da un sondaggio condotto tra gli stati membri.

La Commissione europea accusa le imprese cinesi di vendere pannelli solari sotto costo in Europa - pratica nota come "dumping" - e intende imporre dei dazi, rendendo più difficile alla Cina conquistare quote di mercato.

I dazi, pari in media al 47%, entreranno in vigore dal 6 giugno per un periodo di prova e potrebbero essere revocati in caso di accordo negoziato tra le due parti. Oggi a Bruxelles si stanno svolgendo colloqui tra funzionari cinesi e Ue.

Il caso riguarda pannelli solari cinesi venduti in Europa per circa 21 miliardi di euro. I dazi sono proposti dal commissario Ue al Commercio, il belga Karel De Gucht.

Temendo di perdere affari in Cina, Germania, Gran Bretagna e Paesi Bassi sono tra gli almeno 14 stati che si oppongono alle sanzioni, secondo quanto riferito a Reuters da diplomatici. I 27 paesi dell'Unione europea hanno tempo fino a venerdì per presentare una risposta scritta e formale ai piani di De Gucht. Anche se il commissario avrà comunque diritto a imporre i dazi, farlo nonostante l'opposizione degli stati membri sarebbe difficile.

Francia e Italia guidano invece un gruppo di paesi che affermano che De Gucht ha ragione nel procedere con le sanzioni, argomentando che il rapido aumento della produzione cinese di pannelli solari oltre la domanda complessiva mondiale non si sarebbe potuto verificare senza aiuti di stato illegali.

Secondo alcuni funzionari i dazi provvisori molto probabilmente saranno applicati il 6 giugno, una volta pubblicati sulla gazzetta ufficiale dell'Unione europea, ma le pressioni perché vengano cancellati prima che diventino permanenti a dicembre saranno intense.

Reuters ha parlato con 21 dei 27 paesi Ue confermando che 15 - la maggioranza - si oppongono ai dazi mentre sei li sostengono. Gli altri sei o non hanno rilasciato dichiarazioni o non è stato possibile contattarli.

La contrapposizione mette in evidenza la profonda divisione nella Ue sui rapporti con la Cina, mercato chiave per molti esportatori europei e il secondo partner commerciale della regione.



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