Umberto Veronesi: «Più magri e più felici con la dieta del digiuno»
Mangiare meno aiuta a vivere a lungo e più sani. Anzi: digiunare nel modo giusto non solo non fa male, ma contribuisce a mantenere il benessere del corpo e della mente. È la tesi di Umberto Veronesi nel nuovo libro “La dieta del digiuno”, Mondadori. È anche la certezza di tanti studiosi che, negli anni recenti, si sono occupati delle ricerche scientifiche sui meccanismi complessi della longevità.
Non è semplice stabilire quali fattori siano legati a una vita molto lunga (oltre i novant’anni) e tendenzialmente sana, ma è certo che mangiare poco sia uno di questi fattori. Lo stile di vita nell’alimentare ha rivelato ormai il proprio importante potenziale nella prevenzione e nel possibile danno alla salute: mai come oggi siamo sicuri che scegliere con saggezza gli alimenti e dosarli nel modo giusto sia determinante per avere una specie di “assicurazione sulla vita” e sulla longevità.
Mangiando meglio o peggio ci si può fare bene oppure molto male. Ma c’è di più. Racconta Umberto Veronesi: «Non ho scritto questo libro per spiegare concetti che sono già noti, almeno in parte. Parlare di sana alimentazione è importante perché l’educazione alla prevenzione può salvare molte vite, ma a me interessa moltissimo anche l’aspetto etico della questione. Il libro si concentra sugli alimenti utili alla salute e sulla necessità per tutti, nel nostro mondo occidentale, di ripensare alle enormi, inutili e dannose quantità di cibo che mettiamo in tavola. Dobbiamo ricordare che esiste un tremendo disequilibrio nella disponibilità di alimenti e di acqua tra Paesi industrializzati e Paesi cosiddetti in via di sviluppo. Le popolazioni povere muoiono per fame e sete: non è possibile che si resti indifferenti e non si prendano decisioni etiche di riduzione dei nostri oggettivi eccessi».
Mangiare meno è scelta morale ed etica, dunque. Senza dimenticare le conseguenze positive sulla salute di ciascuno. Che la restrizione delle calorie favorisca la salute è una realtà: la riduzione delle calorie rispetto alle abitudini alimentari del mondo occidentale porta a un rischio inferiore di malattie di cuore e tumori, tanto che le campagne di comunicazione in oncologia sono sempre più orientate verso lo stile di vita e, in particolare, la moderazione nel cibo.
«Scegliere gli alimenti giusti e non esagerare nelle quantità è prevenzione pura, e può anche essere una cura per tanti disturbi cronici potenzialmente gravi. Optare per uno stile alimentare variato, scegliendo il cibo principalmente da fonti vegetali e non dimenticando mai cereali e legumi insieme a verdura e adeguate porzioni di frutta è il segreto per il benessere e per mantenere o ritrovare una buona forma fisica», spiega Lucilla Titta, ricercatrice dell’Istituto europeo di oncologia di Milano (Ieo), curatrice del libro di Veronesi insieme alla scrittrice e medico Ieo MariaGiovanna Luini. Mangiare meglio e poco va bene, ma sottolineare troppo il concetto di digiuno non rischia di complicare la vita a chi, per esempio, ha disturbi alimentari? «I disturbi alimentari sono di pertinenza psichiatrica e non dipendono certo da un sano ritorno a riti di digiuno e moderazione alimentare che per tanti anni hanno caratterizzato le nostre religioni e filosofie – commenta Luini –. Il digiuno come scelta consapevole in un’alimentazione sana e variata, sobria ma gustosa, può rafforzare la psiche e risvegliare interessi che, a causa dell’eccessiva centralità data al cibo, stiamo rischiando di perdere».
Insomma, il digiuno risveglia la mente e, unito a un’abitudine alimentare basata su tanta verdura (Veronesi è vegetariano e nel libro non trascura di parlarne), può rappresentare la nuova strategia etica e di prevenzione: questo è il messaggio de “La dieta del digiuno”.
Più magri e più felici, con tanti più interessi!
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