Londra, la polizia compra banner sui siti pirata

Una nuova tattica per influenzare gli utenti.

La polizia di Londra è da tempo attiva nel contrastare le violazioni del copyright in Rete, tanto da avere istituito una task force apposita: la PIPCU (Police Intellectual Property Crime Unit). 

L'ultima strategia messa in atto ha preso il nome di Operation Creative e vuole realizzare un vecchio sogno: far morire i siti pirata tagliando loro gli alimenti. 

Nella fattispecie, detti alimenti sono i ricavi generati dai banner pubblicitari: se i banner spariscono - ragiona la polizia londinese - allora anche i ricavi scompaiono, e i siti non riescono più a restare aperti. 

Così è nata la IWL (Infringing Website List), un elenco segreto di siti sui quali le aziende per bene non dovrebbero farsi pubblicità. 

La strategia, per quanto dotata di una sua logica, rischia però di andare per le lunghe. Così la polizia ha pensato di adoperare i banner per portare avanti un'opera di persuasione alla legalità sugli utenti dei siti pirata. 

Come ha raccontato la Federation Against Copyright Theft (FACT) a TorrentFreak, i poliziotti londinesi hanno in programma di far apparire sui siti che violano il copyright banner per invitare gli utenti a lasciare quei siti e adoperare invece servizi legali: «La polizia sta cercando modi nuovi ed efficaci per ridurre i profitti criminali e allo stesso tempo informare ed educare i consumatori» ha dichiarato Eddy Leviten, direttore delle comunicazioni della FACT.  

Certamente il piano presenta qualche piccola incongruenza: utilizzare annunci a pagamento significa, per la polizia, finire col finanziare quegli stessi siti che si vuole smantellare; d'altra parte, non si vede perché un sito debba desiderare di ospitare gratuitamente un banner che invita ad abbandonarlo. 

L'idea di fondo è che una gentile persuasione, fatta tramite banner pubblicitari, possa ottenere più frutti di un'aggressiva campagna di repressione. 

Ancora non si sa, tuttavia, dove e quando le pubblicità inizieranno ad apparire, tanto più che, come dicevamo, la IWL è segreta, sebbene i siti che rischiano l'inclusione vengano sempre informati preventivamente, per dare loro modo di ravvedersi e scampare l'iscrizione alla lista nera.







zeusnews.it

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