Autunno caldo, anzi caldissimo
Si
è appena concluso lo sciopero sociale dei Sindacati di Base e della
Fiom con migliaia di lavoratori e studenti in piazza, mettendo in
seria difficoltà il governicchio padronale di Renzi e riecco
Governo, amministrazioni locali e polizie all'attacco.
Da sud a nord,
ovunque questi figuri si presentano in pubblico scatenano nelle
popolazioni sentimenti così ostili che vengono scortati e difesi da
tutti gli apparati della repressione statale.
Il
Commediante in sella oggi deve far vedere che in quanto a creare
miseria non è secondo a nessuno: in fondo i suoi padroni che
l'avrebbero messo lì a fare?
E
a Milano cosa succede? Milano sfratta chi ha trovato una casa e
manganella chi si difende. Milano che ha come sindaco quel Pisapia
che cianciava di ritorno della politica, che diceva “finalmente
Milano ritorna ad essere la città della democrazia, dei movimenti,
delle associazioni....”.
Quanta
gente si è fatta prendere per i fondelli da questo quaqquaraqua!
Quello
che.... non ha mai mosso un dito per fermare la cementificazione
selvaggia della città, che ha approvato scempi come le cosiddette
“vie d'acqua” ed è diventato oggi il sostenitore dell'opera più
predatoria del secolo dopo il TAV Torino-Lione: l'EXPO.
Quello
che.... è riuscito a far scioperare la CGIL (sindacato amico) contro
di lui con i dipendenti del comune di Milano.
Quello
che... ha approvato la mano pesante sugli sgomberi delle case.
Quasi
tutti i dirigenti dei lavori dell'EXPO sono in galera o inquisiti per
milioni di mazzette di milioni di euro, collusi se non proprio
mafiosi; una corruzione da far invidia ai cartelli della CIA. Tutto
ciò in un territorio lombardo in tale dissesto idrogeologico che un
qualsiasi banale temporale affoghi un pezzo di città (identica
situazione in tutte le regioni del “Bel Paese”): ricordiamocelo,
ad ogni temporale almeno una vittima è ormai assicurata. In mezzo a
tutto ciò arrivano gli accordi tra Comune, Regione e Aler, quelli
che gestiscono il patrimonio immobiliare delle case popolari, per
cacciare chi ha trovato una casa senza il loro permesso.
Milano
ha oltre 10.000 (DIECIMILA) case sfitte, che non assegna da anni,
senza contare le case sfitte dei privati; nonostante ciò si continua
a costruire e migliaia di case nuove rimangono invendute. L'emergenza
abitativa, il bisogno di una casa è all'ordine del giorno:
assegnatari titolari a cui da anni viene rimandata l'assegnazione,
lavoratori con famiglie spesso numerose vengono sfrattati perché la
crisi si è mangiata il posto di lavoro e vengono così cacciati e
umiliati.
Le
case sfitte stanno li come un'offesa alla dignità umana.
Da
sempre, quando il bisogno diventa urgenza, è un dovere degli esseri
umani spezzare regole assurde imposte dalle leggi per difendere
proprietà private e pubbliche. Le case ci sono: sono vuote, vengono
tenute sfitte per anni, cadono a pezzi. Così quei luoghi spesso
anche fatiscenti vengono riutilizzati e messi in ordine dalle persone
che ne hanno bisogno.
Il
comune e l'ALER, con la regia oggi del partito di governo, il PD,
giocano una partita mediatica così falsa che perfino l'ultimo degli
imbecilli, a meno che non sia in malafede, se ne accorge: quella
della cosiddetta “legalità”. Gli affaristi dell'EXPO esigono la
legalità. Si, proprio quelli che fanno affari col cemento,
sfruttamento, droga.
A
Milano è iniziata in grande stile la campagna degli sgomberi delle
case popolari a danno di famiglie con bambini, persone disagiate,
giovani in cerca di lavoro: non importa a chi tocca perché la
legalità deve essere rispettata. Ormai non passa giorno senza che
qualche famiglia venga sfrattata. Però sempre più gruppi di persone
non si girano dall'altra parte. Non ci stanno a vedere tanta
sofferenza e tirare diritto. A San Siro, come al Giambellino e al
Corvetto, gruppi di donne e uomini solidali si organizzano a difesa
degli sfratti e dei sfrattati.
La
cosiddetta “guerra tra poveri” se la sono fabbricata nelle stanze
del potere con la consulenza logistica della polizia ed il supporto
mediatico della grande stamp, Corriere della Sera in prima linea, i
veri guardiani degli interessi dei padroni e palazzinari.
“Il
nostro nemico è lo Stato” dicono gli occupanti delle case. Nessuna
occupazione ha mai tolto la casa ad un assegnatario.
Quello
che è successo qui nel quartiere di Corvetto la dice lunga. Una
villetta disabitata da una decina di anni di proprietà del Comune è
stata abitata da giovani (Il Corvaccio) che l'hanno sistemata; poi,
in un'altra contigua anche lei nelle stesse condizioni, si è fatto
un centro sociale, la Rosa Nera. In un quartiere dove le strutture
sociali ricreative sono pari a zero, la Rosa Nera e i ragazzi del
Corvaccio sono diventati un punto di riferimento, un luogo di
aggregazione dei giovani del posto e dei tanti abitanti del
quartiere. Nonostante l'armata mediatica suoni le campane della
“guerra tra poveri”, i cittadini del quartiere scendono in piazza
a fianco dei compagni contro polizia e carabinieri, organizzano
barricate per impedire gli sfratti.
Lo
scorso martedì mattina il quartiere viene occupato militarmente
dalle forze di polizia: una vera truppa di occupazione, organizzata
in grande stile per sgomberare le due palazzine. Una prova di guerra
interna?
Doveva
essere il preludio per decine di sfratti nei prossimi giorni. Entrano
e fermano sei ragazzi, gli abitanti. Altri tre riescono ad andare sul
tetto e resistere alla brutalità delle guardie. Le persone escono
dalle case, accorrono solidali. La polizia scatena l'inferno, ma la
gente non scappa, fa barricate con quello che trova. Lacrimogeni
gasano il quartiere, la polizia manganella chiunque a portata di
bastone di ferro.
Una
signora incinta di 7 mesi viene presa a manganellate, due giorni
dopo la signora viene portata all'ospedale d'urgenza e abortisce.
Chiamiamolo con il suo nome: questo è un omicidio.
Un
altro omicidio che si assomma alle migliaia per incuria del
territorio, ai morti dell'amianto, agli ammazzati dalle guardie o
dalle stragi di Stato o dalle guerre esterne ed interne, che vengono
finanziate con i soldi dei lavoratori. E sicuramente avrò
dimenticato qualcuno. Per questo obbrobrio nessuno ha mai pagato: è
solo di ieri la sentenza di assoluzione a quelli che hanno coperto il
mondo di amianto.
Quante
volte è successo: teste rotte, pestaggi, violenze di ogni tipo, oggi
pure il procurato aborto per manganellate.
Nella
stessa giornata a Milano altri vengono fermati e denunciati. Le
persone in piazza sono tante: occupanti e inquilini regolari,
italiani e stranieri, giovani, ragazzini, mamme, anziani; tutti
accorrono in difesa dei ragazzi, dei compagni della Rosa Nera e delle
casa Occupata.
Un
presidio di centinaia di persone rimane fino a sera a due passi dallo
sbarramento della polizia in assetto di guerra fino a che i tre sul
tetto non scendono e tornano tra i loro amici e compagni.
La
crisi sta mordendo, i poteri statali cercano di rafforzare le
strutture soprattutto con l'ausilio della repressione, la violenza
sempre più brutale. L'artiglieria mediatica cerca di rafforzarsi ma
comincia a fare acqua.
Hanno
troppo da perdere: la Banca Centrale Europea impone leggi
liberticide, licenziamenti, perdita dei diritti, nuove leggi sul
lavoro, libertà di licenziare in qualsiasi momento, salari da fame e
il lavoro, se ce l'hai, da schifo.
Cosa
abbiamo da perdere noi, noi proletari, lavoratori sfruttati, noi che
abbiamo un mondo nuovo nel cuore che aspetta solo di fiorire? Nulla!
Solo le nostre catene.
L'aasemblea
per la casa che c'è stata oggi domenica 23 novembre alle 14 presso
il CSOA Cox 18 ha discusso la proposta di una giornata di
mobilitazione generale sull'abitare per sabato 6 dicembre.
Fonte: "Umanità Nova", settimanale anarchico
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