Milano / La casa è di chi l'abita
Un
celebre verso della canzone “Dimmi bel giovane” di Francesco
Bertelli del 1871 recita quello che, a distanza di oltre
centocinquantanni, è un diritto assoluto e inalienabile: il diritto,
per tutte e tutti, ad avere una dignitosa sistemazione abitativa.
In
questi giorni, per i mass media di regime sempre e solo attenti alle
beghe di Palazzo, vi è risonanza e diritto di cronaca per quanto
riguarda il pluridecennale problema abitativo concentrato nelle
periferie delle metropoli del fu “Bel Paese”.
Quello
che è un problema sociale spesso e volentieri viene derubricato, dai
governi nazionali e locali, a problema di “ordine pubblico”, di
ripristino della “legalità” e altre sciocchezze del genere.
Nella
sola città di Milano oltre 10.000 abitazioni di proprietà pubblica
ad edilizia popolare sono lasciate, nella incuria generale, chiuse e
sfitte, a dimostrazione di come vi sia, nel vario rimpallarsi
responsabilità di gestione tra enti regionali (ALER) e comunali (MM,
Metropolitana Milanese), la volontà di non voler adempiere ad un
improrogabile elemento di civiltà: AD OGNI PERSONA UN TETTO SOTTO
CUI VIVERE!!!
A
partire dalla seconda metà degli anni 80, nella “Milano da bere”
di craxiana-berlusconiana memoria fino all'oggi della “Milano Expo
2015” della compagine di Pisapia e soci, i processi di
gentrificazione, di esodo indotto dalla speculazione abitativa degli
strati popolari e proletari di interi quartieri (ieri Ticinese, oggi
Isola e San Siro) ha comportato il concentrarsi nei quartieri
periferici della metropoli meneghina di necessità abitativa per
sempre più persone (e a noi nulla importa di fare differenziazioni
se rispondenti a persone sole, nuclei famigliari, provenienze
geografiche differenti, ecc) a costi ben più accessibili rispetto ad
altre parti della città dove una retta d'affitto mensile supera di
gran lunga ormai uno stipendio medio per chi ha ancora la fortuna di
averne uno.
La
pratica dell'occupazione, dell'azione diretta per il soddisfacimento
delle proprie necessità, sono pratiche che appartengono alla storia
del movimento d'emancipazione di classe e, come tali, non accettiamo
la canea repressiva messa in atto dal Comune e Prefettura verso chi
occupa stabili a fini sociali e abitativi.
Solidali
con le istanze che questi settori proletari esprimono attraverso le
loro autonome, autogestite e assemblari azioni e pratiche, chiediamo
che si ponga fine alla politica “del manganello” e si aprano
reali possibilità di regolarizzazione per tutte e tutti attraverso
la stipula di contratti abitativi d'affitto a retta proporzionale al
proprio reddito e soprattutto ad una riqualificazione di tutto il
patrimonio abitativo ad edilizia popolare lasciato volontariamente,
ormai da decenni, al degrado e all'incuria.
Unione
Sindacale Italiana
A.I.T.
Milano Nord (sede Martesana)
Unione
Sindacale Italiana
A.I.T.
Milano Sud (sede Ticinese)
Fonte: "Umanità Nova", settimanale anarchico
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