Cagliari, bidelle rom in una scuola. Mamme in rivolta: «Se ne vadano»
I genitori si rivolgono al sindaco, che però avvisa: «Comportamenti da condannare».
Nella scuola lavorano due bidelle rom e i genitori degli alunni si
ribellano: «I nostri bambini non frequenteranno mai istituti dove
lavorano due che provengono da un campo nomadi», hanno protestato
indignate una quarantina di mamme. Succede a Monserrato, centro di
22mila abitanti limitrofo a Cagliari, dove decine di cittadini si sono
rivolti al sindaco Gianni Argiolas per chiedere spiegazioni contestando
la presenza delle due donne anche perché «non era inserita nel Piano di
offerta formativa...». Il caso, riportato dal quotidiano L’Unione Sarda,
vede come protagoniste Vasvja Severovic - vedova con sei figli,
fotografata sorridente affianco a una lavagna - e l’amica Sena
Halilovic.
Le due donne sono state inserite in un progetto di formazione professionale e integrazione finanziato con risorse europee ottenute dalla Fondazione Anna Ruggiu che le ha proposte al Comune per un percorso di lavorativo per l’inserimento sociale. «Essendo al corrente delle carenze di organico nelle scuole elementari e medie», ha spiegato il primo cittadino di Monserrato, «ho chiesto al preside di far lavorare le due donne per un mese. Ma oltre che nelle scuole, verranno impiegate in altri settori dell’amministrazione per far conoscere loro il mondo del lavoro ai fini della loro integrazione». Contro questa scelta si sono schierate decine di mamme, solo una minoranza delle quali - ha voluto sottolineare il primo cittadino - hanno riproposto i peggiori stereotipi razzisti: «Non le vogliamo perché sono sporche, puzzano, fanno paura ai bambini e si vestono in modo strano con quelle gonne lunghe...».
Le due donne sono state inserite in un progetto di formazione professionale e integrazione finanziato con risorse europee ottenute dalla Fondazione Anna Ruggiu che le ha proposte al Comune per un percorso di lavorativo per l’inserimento sociale. «Essendo al corrente delle carenze di organico nelle scuole elementari e medie», ha spiegato il primo cittadino di Monserrato, «ho chiesto al preside di far lavorare le due donne per un mese. Ma oltre che nelle scuole, verranno impiegate in altri settori dell’amministrazione per far conoscere loro il mondo del lavoro ai fini della loro integrazione». Contro questa scelta si sono schierate decine di mamme, solo una minoranza delle quali - ha voluto sottolineare il primo cittadino - hanno riproposto i peggiori stereotipi razzisti: «Non le vogliamo perché sono sporche, puzzano, fanno paura ai bambini e si vestono in modo strano con quelle gonne lunghe...».
Il sindaco assicura che si tratta di pochi casi che, però, «vanno sicuramente condannati».
Nel frattempo il progetto - che coinvolge anche il centro limitrofo di
Selargius dove viene ospitato un altro campo rom - va avanti così come
le due donne nonostante lo sconcerto: «Rubare ovviamente non si può,
chiedere l’elemosina non sta bene e se lavoriamo è ancora peggio»,
commenta sconsolata Vasvja Severovic rivolgendosi alla giornalista del
quotidiano di Cagliari che l’ha intervistata.
corriere.it
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