Brindisi / Una "semplice riorganizzazione aziendale"?

P.T., una donna di 52 anni, rientrata al lavoro tre anni fa dopo essere stata colpita da un tumore al seno, lavora(va) alla Basell Poliolefine Italia, una azienda statunitense con stabilimenti in Italia a Terni, Sesto San Giovanni, Ferrara e Brindisi, dove si produce il polipropilene. Lavora(va) perché il 17 novembre ha ricevuto la lettera di licenziamento, unico caso di licenziamento su 130 addetti e solo perché (a quanto pare) il suo specifico ruolo nell'organizzazione aziendale è stato cancellato.
 
Secondo l'azienda “Quel provvedimento rientra nella ristrutturazione avviata due anni fa a livello europeo, dell'area Finance. Nello stabilimento pugliese ha visto il coinvolgimento di una posizione. È l'intero dipartimento amministrativo-finanziarlo ad essere stato riorganizzato, non il sito brindisino. La signora non sarà sostituita da altri. Proprio perché agiamo nel rispetto delle persone, la nostra politica, in riordini di questo tipo, è non entrare nel dettaglio delle singole storie dei dipendenti”.

Secondo un sindacalista della Filctem-Cgil: “A lei è capitato che l'azienda abbia continuato a pressare psicologicamente, in questi ultimi due anni, facendola sentire sempre fuori dai giochi, con l'apoteosi finale di non considerarla nella festa di chi aveva compiuto 25 anni di servizio, senza dare molte spiegazioni. Questo è il benservito per chi ha mostrato attaccamento al proprio lavoro, correttezza ed onestà. Questa è la concreta dimostrazione di come noi lavoratori siamo, per questo tipo di aziende, solo dei numeri e come tali siamo cancellati con una semplice gomma che elimina ogni possibilità dignitosa di lavorare”.






Fonte: "Umanità Nova", settimanale anarchico

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