Allarme sostanze tossiche nei vestiti per bambini. Greenpeace accusa famosi marchi: “Disney, Burberry, Versace, Louis Vuitton e molti altri. Ecco quali, cosa contengono e che danni provocano”

Mostri nell’armadio. Sostanze nocive in scarpe e indumenti per bambini.  “Marchi come Versace, Louis Vuitton, Dior e Dolce&Gabbana vendono incubi travestiti da fiabe”. 

E’ l’allarme di Greenpeace International che lancia un nuovo rapporto dove “rivela la presenza di sostanze chimiche pericolose nei vestiti per bambini di otto marchi dell’alta Moda, tra cui Versace, Louis Vuitton e Dolce&Gabbana”. Le analisi degli indumenti e delle calzature, spiega Greenpeace Italia, “mostrano che le stesse sostanze chimiche pericolose usate dai marchi di largo consumo sono impiegate anche per produrre capi esclusivi dell’Alta moda. Non solo, la concentrazione di una sostanza (nonilfenoli etossilati o NPEs) in capi etichettati come ‘Made in Italy’ fa venire il dubbio che questi potrebbero non essere stati prodotti interamente in Europa”. Greenpeace spiega che “sono stati testati 27 prodotti di otto case d’Alta moda di cui 16 (8 dei quali Made in Italy) sono risultati positivi per una o più delle seguenti sostanze chimiche: nonilfenoli etossilati (NPEs), ftalati, composti perflorurati e polifluorurati e antimonio. La più alta concentrazione di nonilfenoli è stata rilevata in una delle ballerine Louis Vuitton prodotte in Italia e vendute in Svizzera, mentre la concentrazione più elevata di PFCs in una giacca di Versace”. Ma non solo marche di alta moda sono risultate pericolose secondo Greenpeace:  “Questi piccoli mostri chimici li troviamo ovunque, dai vestiti di lusso a quelli più economici, e stanno contaminando i nostri fiumi da Roma a Pechino. Le alternative per fortuna ci sono e per questo l’industria dovrebbe smettere di usare i piccoli mostri, per il bene dei nostri bambini e delle future generazioni”. “Tutti i marchi testati – si legge ancora nel rapporto – hanno almeno un prodotto nel quale sono state rilevate sostanze chimiche pericolose. Le concentrazioni, ad esempio, di PFOA (acido perfluorottanico) in un costume Adidas erano molto più elevate del limite previsto da Adidas stessa nella sua lista di sostanze proibite, mentre una maglietta per bambini di Primark conteneva l’11 per cento di ftalati. Alti livelli di nonilfenoli etossilati sono stati trovati invece in prodotti di Disney, American Apparel e Burberry. PFOA, ftalati e nonilfenoli etossilati sono interferenti endocrini, sostanze che, una volta rilasciate nell’ambiente, possono avere potenzialmente effetti dannosi sul sistema riproduttivo, ormonale o immunitario”. Queste i 12 marchi i cui prodotti sono stati testati da Greenpeace per la ricerca “Piccoli mostri nell’armadio”: Adidas, American Apparel, Burberry, C & A, Disney, GAP, H &M, LI-Ning, Nike, Primark, Puma, Uni-qlo.

Greenpeace chiede alle imprese di “riconoscere l’urgenza e di comportarsi da leader sulla scena globale, impegnandosi a non rilasciare sostanze chimiche pericolose entro il  1 gennaio 2020. Dal lancio della campagna di Greenpeace “Detox” nel luglio 2011, 18 importanti aziende del settore dell’abbigliamento – tra cui Valentino, Mango e Zara – si sono già impegnate pubblicamente”.

I 18 marchi che hanno sottoscritto l’impegno Detox: Benetton, C&A, Canepa, Coop Svizzera, Esprit,G-Star Raw, H&M, Inditex, Levi’s, Limited Brands, Mango, Marks & Spencer, Puma, Fast Retailing, Valentino, Adidas, Li-Ning, Nike.




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