Jesi, tutti i medici obiettori di coscienza. Impossibile abortire all'ospedale civile
Tutti i medici obiettori di coscienza, impossibile abortire all'ospedale
di Jesi.
Ancora uno stop al servizio di interruzione volontaria di
gravidanza. «Da gennaio, l'ospedale di Jesi ha di nuovo bloccato» tali
interventi. A denunciare il fatto è il Collettivo Via Libera 194. «A
distanza di un anno - tuona l'associazione - il servizio di Ivg è stato
ancora sospeso nel nostro ospedale, nell'indifferenza delle istituzioni
locali e in sprezzo dell'articolo 9 della legge 194/78 che vieta
esplicitamente l'obiezione di struttura, a garanzia del diritto di
scelta della donna sulla sua salute riproduttiva».
Lunedì scorso, segnala il Collettivo, una donna si è rivolta al consultorio per l'Ivg e gli operatori le hanno suggerito di chiedere agli ospedali di San Severino Marche ed Ascoli. «Una situazione già di per sé inaccettabile, a cui si aggiunge un altro episodio gravissimo, ma egualmente passato in sordina, che coinvolge ancora una volta il nostro consultorio - ribadiscono da Via Libera 194 - come denunciato dal consigliere regionale della Federazione della Sinistra Raffaele Bucciarelli in un'interrogazione del 31 gennaio, ad essere sospeso è anche il servizio di mediazione culturale che, rivolgendosi soprattutto donne e bambini, consentiva l'accompagnamento degli immigrati nei loro percorsi sanitari, favorendo l'integrazione, il rispetto del d.lgs. 288/99 e l'accesso ai servizi socio-sanitari».
Il Collettivo sollecita pertanto Regione, Asur e Comune di Jesi «a risolvere tali disservizi che, di nuovo, impediscono a noi cittadini di vedere garantiti i nostri diritti». L'Ivg venne improvvisamente sospesa nell'estate del 2012 a seguito della decisione assunta da tutti e dieci i medici ginecologi di dichiararsi obiettori di coscienza (rifiutandosi, dunque, di eseguire l'aborto volontario). Una scelta che scatenò polemiche a non finire, costringendo l'Asur a ripristinare immediatamente il servizio con due medici provenienti da Fabriano. Ora la decisione da parte dell'azienda sanitaria, ad oggi non motivata, di bloccare il servizio. Uno stop che potrebbe anche essere temporaneo.
ilmessaggero.it
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