Gli intellettuali contro il Datagate
Appello di scrittori di tutto il mondo contro lo strapotere degli stati e
delle multinazionali che intercettano le comunicazioni di tutti: da
Umberto Eco a Erri de Luca.
Gli italiani Umberto Eco ed Erri de Luca, l'indiana Arundhati Roy e poi Gunter Grass; ma anche Ian McEwan e Don DeLillo, Petros Markaris e Javier Cercas.
Sono solo alcuni nomi dei 560 scrittori e intellettuali di tutto il
mondo che hanno firmato un appello contro lo strapotere degli stati e
delle imprese multinazionali che minacciano la privacy e la libertà di
comunicazione di tutti i cittadini del pianeta.
Nell'appello gli scrittori affermano: "Una persona sotto sorveglianza
non è più libera; una società sotto sorveglianza non è più una
democrazia. Per mantenere una qualche autenticità i nostri diritti
democratici devono valere nello spazio virtuale come in quello reale".
L'appello prosegue:
- La sorveglianza viola la sfera privata, e compromette la libertà di pensiero e di opinione.
- La sorveglianza di massa tratta ogni cittadino alla stregua di un potenziale sospetto. Sovverte una delle nostre conquiste storiche, la presunzione di innocenza.
- La sorveglianza rende l'individuo trasparente, mentre lo stato e le grandi imprese operano in segreto. Come abbiamo visto questo potere è oggetto di abusi sistematici.
- La sorveglianza è furto. Questi dati non sono proprietà pubblica: appartengono a noi.
Concludono: "Facciamo appello agli stati e alle imprese perché
rispettino questi diritti. Facciamo appello a tutti i cittadini perché
lottino in difesa di questi diritti. Facciamo appello alle Nazioni Unite
perché riconoscano l'importanza fondamentale della protezione dei
diritti civili nell'era digitale e della creazione di una Carta
internazionale dei diritti digitali. Facciamo appello ai governi
affinché sottoscrivano tale convenzione e vi aderiscano".
zeusnews.it
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