Migranti, ancora una tragedia: 29 morti nella stiva di un barcone

Almeno 400 persone a bordo. Sono stati soccorsi da una nave mercantile a circa 80 miglia dalla costa di Lampedusa. L’Unhcr: «Una miriade di altre imbarcazioni in mare».

Ancora una tragedia del mare nel Canale di Sicilia. Un barcone con 566 migranti e 29 morti asfissiati ammassati nella stiva, è stato intercettato a sud di Lampedusa - area Sar, di competenza maltese - e poi trainato a Malta. Secondo quanto si apprende, l’allarme è stato lanciato sabato mattina intorno alle quattro. I migranti sono stati soccorsi e issati a bordo prima dai marinai di un mercantile greco, per poi essere trasferiti su una petroliera danese. A uccidere gli uomini nella stiva sarebbero state le esalazioni prodotte dal motore del barcone. Un ferito grave è morto durante il trasferimento verso Lampedusa, mentre altri due sono stati portati all’ospedale Civico di Palermo in gravissime condizioni.  

  • Allarme per nuovi arrivi
«Ancora una volta a causare le morti sono le esalazioni di monossido di carbonio nella stiva della nave». Lo ha detto Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr, commentando le ultime morti in mare. «Le condizioni di questi viaggi» ha aggiunto, «sono sempre più pericolose e causano decine di vittime ogni giorno». La portavoce dell’Unhcr ha poi assicurato che «da circa 48 ore si susseguono operazioni ininterrotte di soccorso attraverso mercantili, navi militari e della guardia costiera». Ma l’allarme resta alto: secondo l’agenzia delle Nazioni Unite attualmente «ci sono miriadi di imbarcazioni in mare». «La maggior parte delle persone» ha concluso Sami «è in fuga dalle guerre, si tratta quindi di rifugiati».

  • Il secondo naufragio
Un secondo naufragio, avvenuto al largo della Libia, potrebbe allungare presto il bilancio delle vittime. Sono terminate sabato notte a Porto Empedocle le operazioni di trasbordo e sbarco, coordinate dalla Capitaneria di Porto, di 267 migranti soccorsi nel Canale di Sicilia da due navi mercantili. La prima unità ad arrivare in rada è stata il mercantile panamense City of Sidon, adibito al trasporto di veicoli, con a bordo 61 migranti di origine subsahariana (60 uomini ed una donna), in prevalenza provenienti da Gambia, Mali, Ghana, Nigeria ed Etiopia, superstiti del naufragio di un gommone il 17 luglio a 36 miglia a nord di Tripoli. Il mercantile era stato dirottato dalla Centrale Operativa del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto. Tre dei migranti avevano gravi ustioni sul corpo, e sono stati subito trasferiti all’Ospedale Civile di Agrigento. Poi è stata la volta della nave portacontainer liberiana Jamila, giunta con a bordo 206 migranti, tutti uomini di origine subsahariana, provenienti in prevalenza dal Mali, recuperati dal mercantile in due distinte operazioni di soccorso svolte 35 miglia a nord delle coste libiche.
 
 
 
 
 
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