Terra dei fuochi e Taranto: nuovi dati epidemiologici preoccupanti

Un eccesso di mortalità e significativi aumenti nell'incidenza di svariati tumori sono segnalati nell'ultimo rapporto dell'Istituto superiore di sanità dedicato a due aree particolarmente compromesse dall'inquinamento. Particolarmente preoccupante la situazione della popolazione infantile, che se nella Terra dei fuochi registra un forte aumento dell'incidenza dei tumori ma non della mortalità, a Taranto vede anche un eccesso di mortalità.

L'esistenza un eccesso di mortalità, di incidenza di tumori e di ospedalizzazioni per malattie che contemplano fra i loro fattori di rischio all’esposizione a inquinanti ambientali rilasciati da siti illegali di smaltimento di rifiuti pericolosi e dalla combustione illegale di rifiuti nei 55 comuni che ricadono nella cosiddetta “Terra dei fuochi”, un'area tra la provincia di Napoli e quella di Caserta, è confermata da un rapporto dell'Istituto superiore di sanità appena pubblicato.

Il rapporto, che è un aggiornamento del precedente studio SENTIERI (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento), ha riguardato anche il “sito di interesse nazionale” per le bonifiche (SIN, in breve) di Taranto e Statte, anche per il quale è ribadita la criticità della situazione. Inoltre, l'aggiornamento fa riferimento pure ad alcuni comuni della Terra dei fuochi che non erano stati contemplati dallo studio SENTIERI perché al di fuori dell'area domizio-flegrea del sito di interesse nazionale. 

Lo studio ha preso in esame tre indicatori: mortalità, ricoveri ospedalieri e incidenza dei tumori, un dato quest'ultimo disponibile però, per quanto riguarda la Terra dei fuochi, solo per 17 comuni della provincia di Napoli. Dai dati raccolti risulta che nei 32 comuni della Terra dei fuochi della provincia di Napoli l'eccesso di mortalità rispetto alla media regionale è del 10 per cento per quanto riguarda gli uomini e del 13 per cento per le donne, mentre nei 23 comuni della provincia di Caserta è rispettivamente del 4 e del 6.

Più in particolare, le patologie per le
quali esiste, sia per gli uomini che per le donne, un eccesso di rischio rispetto a tutti e tre gli indicatori considerati (incidenza, mortalità, ricoveri) - disponibili per la sola provincia di Napoli – sono il cancro allo stomaco, al fegato, al polmone, alla vescica. Superiori alla norma sono anche gli indici relativi al tumore maligno del pancreas (tranne che nell’incidenza fra le donne), della laringe (tranne che nella mortalità fra le donne), del rene (tranne che nell’incidenza fra gli uomini), e del linfoma non Hodgkin (tranne che nella mortalità fra gli uomini). Anche il tumore della mammella è in eccesso in tutti e tre gli indicatori.

Per quanto riguarda la salute infantile, nella Terra dei fuochi non si osservano fortunatamente eccessi di mortalità, ma i dati relativi alle ospedalizzazioni segnalano un eccesso di bambini ricoverati nel primo anno di vita per tutti i tumori, sia nella provincia di Napoli (+ 51 per cento rispetto alla media regionale) che di Caserta (+ 68 per cento). In particolare nella provincia di Caserta si nota un eccesso di ricoveri per tumori del sistema nervoso centrale (+ 89 per cento) e per leucemie (+ 23 per cento).

Nella provincia di Napoli, servita dal Registro Tumori, si è inoltre rilevato un eccesso di incidenza per tumori del sistema nervoso centrale nel primo anno di vita (+ 128 per cento) e nelle classi d’età fra zero e 14 anni (+ 42 per cento).

Quanto a Taranto, il rapporto sottolinea come oltre a un eccesso di incidenza dei tumori a carico dei bambini (+ 54 per cento) vi sia anche un aumento della mortalità (+ 21 per cento), in parte dovuto a una elevata mortalità perinatale. Per la popolazione generale, il rapporto conferma l'eccesso di rischio per tumore del polmone, mesotelioma della pleura, malattie dell’apparato respiratorio nel loro complesso, sia acute che croniche. In questo caso, la differenza di rischio fra uomini e donne per le diverse patologie – si osserva nel rapporto - rafforza l’ipotesi di un significativo concorso al loro sviluppo di fattori ambientali legati alle attività lavorative industriali, nelle quali la presenza maschile è ampiamente predominante. Per il mesotelioma, per esempio, la sua incidenza fra gli uomini è addirittura del 437 per cento superiore a quella della media del centro-sud Italia, mentre fra le donne è leggermente inferiore (- 6 per cento).





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