In Spagna fa scandalo l’apologia italiana della sottomissione della moglie
Il libro della giornalista del Tg3 Costanza Miriano Sposati e sii sottomessa, manuale in salsa integralista destinato alle donna antimoderna, sbarca tra le polemiche in Spagna.
Nel paese iberico il fenomeno della violenza sulle donne è
all’attenzione di tutti, anche in seguito ai provvedimenti anti-machisti
del governo Zapatero, e quindi la questione è stata presa sul serio. La
politica si è schierata compatta contro un testo che rappresenta
un’apologia del maschio.
Tradotto con il titolo Cásate y sé sumisa,
pubblicato dalla casa editrice dell’arcidiocesi di Granada, il libreo
di Miriano da qualche giorno è nelle librerie. A sdoganarlo monsignor
Javier Martinez, prelato noto per le prese di posizione forti su
interruzione di gravidanza e temi etici, alfiere di una Chiesa molto
conservatrice. Un vescovo diventato famoso anche all’estero, nel 2009,
quando fu diffusa la notizia che in una discussa omelia aveva sostenuto che se una donna uccideva “un bimbo indifeso” (tradotto, abortiva) per assurdo ciò dava “agli uomini licenza assoluta, senza limiti, di abusare del corpo della donna“.
Partito Popolare,
Partito Socialista e Izquierda Unida, ovvero un arco parlamentare ampio e
trasversale, hanno presentato interrogazioni contro il libro di
Miriano. In particolare Izquierda e le femministe stanno raccogliendo
firme e puntano addirittura alla segnalazione alle autorità giudiziarie.
Persino il partito cattolico ora al governo, quello che si sta muovendo
per rendere più restrittiva la legge sull’aborto approvata con Zapatero
e che ha tentato la strada della Corte Costituzionale per abolire le
nozze gay, si è mostrato imbarazzato da un testo del genere e ha voluto
prenderne esplicitamente le distanze. Molto dubbie appaiono quindi le
accuse di voler imporre “con la forza” la “falsa ideologia gender”, come
fa Miriano su Il Foglio, o addirittura di “fatwa ateista”, come proclama l’ultracattolico Camillo Langone su Il Giornale, già noto per uscite sopra le righe.
Al
di là dei toni estremisti, hanno però ragione a scrivere che si parla
della donna della tradizione cristiana. Sulla scia dell’integralismo
cattolico, infatti, il modello che viene da san Paolo è quello della donna sottomessa e pia, tipico delle società patriarcali e maschiliste
che qualcuno rimpiange. L’autrice dal canto suo respinge le accuse di
incitamento alla violenza e lamenta il tentativo di censura. Di sicuro,
tutto questo clamore le ha fatto una grande pubblicità. E ancora di più
gliene deriverebbe da una condanna di cui non si sente alcuna necessità:
la libertà di espressione delle mogli cattoliche sottomesse deve essere
garantita né più e né meno di quella riservata alle seguaci di von
Masoch.
Le polemiche
spagnole non devono però stupire. Li si è ormai ipersensibili, per
quanto riguarda la violenza contro le donne. In Italia, invece, il libro
di Miriano è passato senza critiche degne di nota, persino da parte
delle femministe: i più l’hanno ridotto a fenomeno di costume per
l’ironia sbarazzina, mentre le frange più oltranziste l’hanno esaltato,
facendolo diventare un piccolo fenomeno di costume. Qui da noi è ormai
gara a chi spara l’opinione più assurda: si preferisce enfatizzare la
provocazione, piuttosto che argomentare e, quando è il caso,
controreplicare. Tanto che idee bislacche ma ben confezionate, che
buttano alle ortiche decenni di emancipazione e forniscono una
giustificazione sofisticata alla sottomissione femminile, vengono
celebrate e veicolate da personaggi a libro paga del servizio pubblico, e
in seguito rilanciate da mezzi di informazione integralisti che, come
se non bastasse, detengono le redini del potere.
Tanto per capire quanto certe idee siano tenute in considerazione anche
nella chiesa della “rivoluzione” di Bergoglio, basti dire che Miriano
ha partecipato a un seminario di studi organizzato dal Pontificio
consiglio per i laici in occasione dei venticinque anni della Mulieris Dignitatem
di Giovanni Paolo II. Inutile pensare di raggiungere risultati concreti
nel fronteggiare la violenza contro le donne e nella conquista di una
effettiva parità tra i generi, se le condizioni di partenza sono queste.
uaar.it
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