Rifiuti, Confcommercio: "con Tari aumento dei costi per imprese fino al 600%"
Con l'introduzione della Tari, la tassa relativa alla gestione
dei rifiuti urbani prevista dalla legge di stabilità, gli esercizi
commerciali registreranno un'impennata della spesa annua fino ad oltre
il 600%.
A rivelarlo è uno studio condotto da Confcommercio che, dati alla mano, denuncia gli "incrementi molto rilevanti e ingiustificati che derivano essenzialmente dall'adozione di criteri presuntivi e potenziali e non dalla reale quantità di rifiuti prodotta"
dalle imprese. Secondo l'associazione dei commercianti la Tari,
componente insieme alla Tasi (tassa sui servizi indivisibili comunali)
della Trise, non fa altro che riproporre tariffe che come per i
predecessori Tarsu e Tia si basa sulla previsione della quantità di
rifiuti da gestire e non su quella effettiva.
Ed è proprio a causa di questo passaggio che gli esercizi commerciali
avranno un aumento medio delle spese che è stato calcolato da
Confcommercio al 290%, nonostante ci siano anche picchi che come già
specificato sfondano il 600% in più. Cifra, quest'ultima, che interessa
principalmente negozi di ortofrutta (incremento del 650%) e le
discoteche (+680%), mentre per i ristoranti è stato calcolato un aumento
del 480% e del 300% per un 'semplice' bar.
Ad influire sull'entità della tariffa che sarà presentata alle
imprese sono i metri quadri che costituiscono l'attività, tanto che per
quelle con una superficie media di 100mq l'aumento sarà da
401,35 euro ad oltre 3 mila euro, mentre per i 200mq si passerà dai 558
euro agli oltre 4 mila. Secondo l'associazione dei commercianti
queste 'batoste' non sono altro che "una pesante penalizzazione per il
sistema delle imprese della distribuzione e dei servizi di mercato che
impone la necessità di rivedere al più presto la struttura dell'attuale sistema di prelievo sulla base del principio 'chi inquina paga'
e ridefinire con maggiore puntualità coefficienti e voci di costo
distinguendo, in particolare, tra utenze domestiche e non domestiche e
tenendo conto anche degli aspetti riguardanti la stagionalità delle
attività economiche".
Altro punto che viene sottolineato dall'associazione è la variazione
di costo che potrà registrarsi per imprese simili che si trovino su
diversi territori, specificando inoltre che si riaffacceranno "le
criticità e i limiti che i precedenti regimi di prelievo hanno mostrato e
che più volte Confcommercio ha denunciato". Infatti, conclude
l'associazione, "nei Comuni dove è stato operato il passaggio dalla Tarsu alla Tia si è assistito ad aumenti tariffari medi del 200%,
generati non tanto da un incremento della quantità dei rifiuti prodotti
ma, più semplicemente, da una non adeguata determinazione dei
coefficienti potenziali di produzione".
btimes.com
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